Il primo ministro giapponese ha ordinato un’indagine sui legami tra la Chiesa dell’unificazione e gli esponenti del suo partito
Lunedì il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha ordinato un’indagine sui legami tra la Chiesa dell’unificazione e gli esponenti del Partito Liberal Democratico (PLD), il suo partito politico nonché quello dell’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso lo scorso 8 luglio in un attentato vicino a Kyoto. L’assassinio di Abe aveva sollevato ampie discussioni sul potente gruppo religioso, considerato da molti piuttosto simile a una setta, e sui suoi legami con molti esponenti del PLD, che proprio a causa di questi legami ha perso ampi consensi. L’uomo che aveva sparato ad Abe, Tetsuya Yamagami, aveva accusato la Chiesa e i suoi sostenitori politici di aver impoverito la sua famiglia.
Kishida ha ordinato al ministero della Cultura di aprire un’indagine per «risolvere» le questioni legate alla Chiesa dell’unificazione, che secondo i critici negli anni aveva costruito forti relazioni con i politici del PLD per guadagnare fedeli e credibilità, permettendo al contempo al partito di rafforzare la sua presenza tra i fedeli; in particolare, i critici sostengono che numerosi adepti della Chiesa siano stati spinti a fare donazioni eccessive e siano caduti in povertà. Dopo l’assassinio di Abe, quasi la metà dei parlamentari del partito aveva detto di avere legami con la Chiesa, una cosa che secondo Kishida avrebbe compromesso la fiducia dei cittadini nel governo.
La Chiesa dell’unificazione fu fondata dal reverendo Sun Myung Moon nel 1954 in Corea del Sud e nel corso dei decenni si diffuse in vari paesi nel mondo, tra cui Giappone e Stati Uniti. È nota per alcuni eventi molto scenografici, come i grandi “matrimoni di massa”, e per le posizioni controverse assunte da Moon nel corso dei decenni. Kishida ha detto di non avere legami con la Chiesa in prima persona e ha chiarito di prendere «sul serio» le accuse secondo cui i suoi sistemi e rituali avrebbero impoverito i suoi fedeli.
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