Nel mondo del pilates si litiga sulle foto del signor Pilates
Sono quelle in cui l'ideatore del popolare metodo di allenamento mostra come fare i suoi esercizi: ma chi ha diritto di usarle?
55 anni dopo la morte di Joseph Pilates, ideatore del metodo di esercizio e allenamento che si concentra sui muscoli posturali e che porta il suo nome, nel mondo del pilates è in corso uno scontro tra alcuni istruttori riguardo all’utilizzo della sua immagine.
Lo scontro, racconta il New York Times, è cominciato più di un anno fa sulle piattaforme social, e si è poi trasferito in una corte federale degli Stati Uniti. Al centro della questione c’è il diritto di diffondere sulle piattaforme le foto in cui Joseph Pilates dà dimostrazione di alcune routine di esercizi, e altri materiali didattici di sua produzione.
Da un lato della disputa c’è Sean Gallagher, un fisioterapista proprietario di un centro di formazione per istruttori di pilates. Sostiene di essere il legittimo detentore del copyright di più di 1000 fotografie che un tempo appartenevano a Joseph Pilates, oltre a un gran numero di volantini, brochure, manoscritti e video girati in 8 millimetri, tra le altre cose.
Dall’altro lato ci sono diversi istruttori che sostengono che Gallagher si stia opponendo in modo illegittimo alla diffusione di immagini e materiali didattici, molti dei quali si possono comunque facilmente trovare online e hanno già avuto ampia circolazione in passato. Raccontano che da tempo Gallagher ha cominciato a segnalare per violazione di copyright i loro account Facebook e Instagram ogni volta che vi pubblicavano foto di Joseph Pilates (ma anche dettagli e screenshot parziali di queste immagini), o addirittura foto in cui loro stessi imitavano le routine di esercizi mostrate nelle immagini originali.
In alcuni casi Gallagher ha ottenuto la chiusura dei loro account da parte di Meta, con gravi danni per gli istruttori, che spesso usavano i sistemi di messaggistica delle piattaforme per rimanere in contatto con i propri clienti, e in generale promuovevano la propria attività attraverso i social network.
In altri casi l’intervento di Gallagher è stato ancora più bellicoso: alcuni di loro hanno ricevuto una diffida, una di loro è stata denunciata per violazione di copyright.
Chi si oppone a Gallagher, però, sostiene che la diffusione delle foto che mostrano Joseph Pilates durate l’esecuzione degli esercizi è fondamentale per l’insegnamento del pilates, per via dell’idea stessa che il fondatore aveva della disciplina.
Joseph Pilates era nato a Dusseldorf, in Germania, nel 1883. Attorno al 1913 si era trasferito nel Regno Unito, dove aveva lavorato come artista circense e aveva cominciato a sviluppare il suo metodo di allenamento, che aveva poi perfezionato quando, durante la Prima guerra mondiale, era stato imprigionato per quattro anni in un campo sull’Isola di Man insieme ad altri cittadini tedeschi.
Nel 1926 era emigrato a New York e aveva aperto uno studio a Manhattan con sua moglie: era piccolo ma diventò piuttosto popolare, e negli anni fu frequentato anche da famosi attori come Katharine Hepburn, Laurence Olivier e Lauren Bacall.
Dopo la sua morte, lo studio e i materiali didattici lì custoditi furono acquistati da un suo allievo, Wee-Tai Hom, che dopo qualche anno però lo chiuse.
Nel 1992 Sean Gallagher comprò da Hom i diritti per il metodo di allenamento e per il nome “pilates”. Gallagher ottenne nell’accordo anche una decina di scatole che contenevano più di 1000 fotografie e altri materiali.
La ragione per cui gli istruttori che si oppongono a Gallagher ritengono di avere il diritto di diffondere le foto è che Pilates era molto preciso e dettagliato nelle sue istruzioni. Ad esempio, definiva esattamente quando inspirare ed espirare durante gli esercizi, come tenere la testa e dove dirigere lo sguardo. In un suo testo del 1945 scrisse «Seguite le istruzioni esattamente come sono riportate, nei più minimi dettagli. C’è una ragione!». Poter vedere con precisione come il fondatore della disciplina eseguiva gli esercizi è quindi secondo loro prezioso e importante per chi la pratica.
Lo scorso febbraio, però, Gallagher ha fatto causa per violazione di copyright a Mary Sullivan Kelly, proprietaria di uno studio di pilates in Massachusetts, che aveva pubblicato due foto che lui riteneva fossero di sua proprietà. Kelly ha fatto ricorso, sostenendo che Gallagher non fosse il detentore dei diritti d’autore delle foto.
Non è la prima volta che Gallagher porta il pilates in tribunale: nel 2000 cercò di impedire agli istruttori che non avevano un legame con lui di utilizzare il termine pilates. Una giudice gli diede torto, stabilendo che “pilates” è un termine generico, come “yoga” o “aerobica”.
La causa tra Gallagher e Kelly è ancora in corso, ma, spiega il New York Times, è difficile capire cosa avrebbe pensato il fondatore della disciplina.
John Howard Steel, che ha 87 anni e fu uno degli allievi di Pilates, dice che lui «voleva che tutto il mondo praticasse il metodo Contrology [il nome con cui Pilates definiva i suoi esercizi, ndr], e sicuramente era favorevole a usare le fotografie per renderlo possibile». Al tempo stesso, dice Steel, «cercava il più possibile di avere il pieno controllo di tutto ciò che era legato al proprio lavoro».