Liz Truss riuscirà ad andare avanti?
Politicamente sembra sempre più debole e il licenziamento del suo ministro dell'Economia non ha migliorato le cose: ma sostituirla come prima ministra non è una cosa facile
Dopo la decisione annunciata venerdì dalla prima ministra britannica Liz Truss di licenziare il suo Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng (il ministro dell’Economia) e rinunciare a molte delle riforme fiscali che con lui aveva avviato solo poche settimane fa, in molti si stanno chiedendo se e quanto a lungo riuscirà a rimanere al governo. La crisi economica iniziata dopo l’annuncio delle nuove politiche economiche e fiscali di Truss non sembra migliorare, il partito Conservatore – che è crollato nei sondaggi – è molto diviso e litigioso e i giornali britannici oggi hanno prime pagine particolarmente pessimiste sul futuro di questo governo.
Il Guardian parla di venerdì come di “una giornata di caos”, il Telegraph ha descritto Truss come “aggrappata al potere”, il Times ha scritto che sta “lottando per sopravvivere”, la prima pagina di sabato del Daily Mirror, con una grande foto di Truss, dice che “il tempo è scaduto”.
I problemi sono diversi, per Truss. L’ambizioso piano per la crescita economica che aveva studiato e annunciato con Kwasi Kwarteng a settembre (e che i due consideravano una sorta di manifesto della loro visione politica) ha avuto effetti disastrosi sull’economia britannica, costringendo la Banca d’Inghilterra ad avviare un piano straordinario di interventi per proteggere la stabilità finanziaria del paese, acquistando massicce quantità di titoli di stato.
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All’inizio di ottobre, Truss aveva annunciato un primo cambio di direzione sul suo piano, rinunciando al taglio delle tasse per i redditi più alti, ma due settimane dopo è stata costretta a licenziare Kwarteng e rinunciare di fatto al suo programma di riforme. Jeremy Hunt, scelto come successore di Kwarteng, è un esponente moderato del partito Conservatore e nelle sue prime interviste da Cancelliere dello Scacchiere ha fatto capire di voler adottare un piano molto diverso da quello di Kwarteng e più in linea con quello dei precedenti governi, basato sulla responsabilità fiscale e sul controllo della spesa.
Hunt, peraltro, non aveva sostenuto Truss nella sua candidatura a leader dei Conservatori di questa estate e il fatto che sia stato scelto nel ruolo in un momento così delicato del governo è un segno abbastanza chiaro della posizione in cui si trova Truss meno di due mesi dopo la nomina a prima ministra, e della sua debolezza politica.
Durante la conferenza stampa con cui venerdì ha annunciato il licenziamento di Kwarteng, Truss ha sostenuto di essere in grado di restare efficacemente al governo, per portare avanti la sua visione politica, ma non è chiaro con quanta forza sarà in grado di farlo. Se per ora i ministri del suo governo la stanno sostenendo, la situazione nel partito Conservatore sembra molto più complicata: i sostenitori di Truss sono delusi dalla sua inversione di rotta e la fazione ostile alla prima ministra sembra aver guadagnato forza negli ultimi giorni, rimproverandole di aver distrutto in poche settimane l’immagine e la credibilità del partito.
Anche se diversi parlamentari e opinionisti parlano apertamente della possibilità che Truss venga rimpiazzata a breve, per molti versi questa sembra ancora un’ipotesi improbabile. Sostituire Truss come leader del partito significherebbe cambiare le regole dei Conservatori che impediscono di sfiduciare un leader nel suo primo anno di mandato e avviare poi il lungo procedimento delle elezioni, coinvolgendo gli iscritti al partito e senza garanzie che ne esca un leader migliore. Se Truss fosse costretta a dimettersi, il processo per sostituirla sarebbe lo stesso.
Sfiduciare Truss con un voto in parlamento – una cosa tecnicamente possibile – significherebbe una probabile crisi costituzionale ed elezioni anticipate. Truss potrebbe essere costretta a chiedere lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni, ma i Conservatori in questo momento sono in enorme svantaggio nei sondaggi e difficilmente sarebbero favorevoli ad andare al voto.
Un’ipotesi che si fa in questi giorni è infine quella che Truss sia costretta a dimettersi ma con un accordo per un candidato unitario sostenuto da tutto il partito Conservatore, per evitare il più lungo e complesso processo di selezione. In questo caso, però, servirebbe che il partito superasse le sue grosse divisioni per trovare un accordo: e non sembra una cosa facile o scontata. Tra i candidati di cui si fa il nome per un’eventuale sostituzione di Truss, comunque, ci sono quelli del nuovo Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, dell’avversario di Truss alle ultime primarie del partito, Rishi Sunak, ma anche di Penny Mordaunt, ministra dei Rapporti col parlamento.
Truss probabilmente ora spera che il licenziamento di Kwarteng e la nomina di Hunt possano aiutarla a superare le prossime settimane, permettendole di ristabilire un po’ di calma nel partito e di cominciare davvero a governare. Le prossime elezioni generali, se non sarà deciso di andare anticipatamente al voto, dovrebbero tenersi nel gennaio del 2025.