In Argentina le figurine dei Mondiali sono richiestissime
E questo le ha rese più rare e più care: soprattutto quella di Lionel Messi, che in Qatar avrà l'ultima possibilità di vincere la Coppa del Mondo
Dal 1970 prima di ogni edizione dei Mondiali maschili di calcio l’azienda modenese Panini pubblica nel mondo il relativo album di figurine. Nel 2014, quando i Mondiali si giocarono in Brasile, stampò oltre 60 milioni di album. Nel 2018, l’anno dei Mondiali in Russia, il fatturato annuo di Panini si avvicinò al miliardo di euro.
È ancora presto per avere dati sulle vendite degli album Panini per i Mondiali di fine anno in Qatar, ma è già certo che in almeno un paese, l’Argentina, c’è stata e c’è ancora una grandissima e per certi versi sorprendente richiesta di quelle che laggiù chiamano figuritas.
In Francia L’Équipe ha parlato di “febbre Panini”. In Spagna El Pais di adulti e bambini che “perdono la testa per l’album dei Mondiali”. El Clarín, il principale quotidiano argentino, sta dedicando numerosi articoli alla vicenda e il New York Times l’ha definita “l’altra crisi argentina”, dopo quella economica, in un paese in cui l’inflazione annua è ormai vicina al cento per cento.
In Argentina l’album dei Mondiali di Panini è disponibile dal 24 agosto. Esiste in due versioni, con copertina rigida e con copertina flessibile, ed è composto da più di 600 figurine oltre che da alcune altre decine di carte “extra” e “speciali”. In ogni bustina ci sono cinque figurine e, dato che le convocazioni per i Mondiali ancora non sono state fatte, per ognuna delle 32 squadre qualificate alla fase finale ci sono i giocatori considerati più importanti, quelli con maggiori probabilità di essere convocati.
Già pochi giorni dopo la distribuzione dei primi album e delle prime bustine, in Argentina si iniziò a parlare di rivenditori che non ne avevano più e di aspiranti acquirenti che per trovarne dovevano impegnarsi parecchio e pagare anche più del doppio del solito prezzo. Seppur distribuita in quantità uguale a tante altre, la figurina di Lionel Messi, il giocatore argentino più rappresentativo, è diventata rapidamente la più richiesta e la più costosa. In particolare, è diventata parecchio desiderata la figurina “extra” di Messi: questa sì, come tutte quelle della serie “extra”, più rara delle altre.
Per provare a risolvere la situazione il 20 settembre – meno di un mese dopo l’uscita dell’album e a due mesi esatti dall’inizio dei Mondiali – il segretario al Commercio argentino Matías Tombolini ha organizzato un incontro, descritto come piuttosto teso e durato oltre un’ora, tra i rappresentanti argentini di Panini e quelli dell’associazione di venditori UKRA, acronimo di Unión Kiosqueros de la República Argentina.
Comenzó la reunión para evaluar la situación del mercado de figuritas del Mundial. Desde @ComercioArg abrimos un canal de diálogo entre @ukraok y @PaniniArg, poniendo a disposición nuestros equipos legales y técnicos para colaborar en la búsqueda de posibles soluciones. pic.twitter.com/upeLAtg4cD
— Secretaría de Comercio (@ComercioArg) September 20, 2022
Da allora le cose non sembrano tuttavia essersi risolte, anche perché la principale causa è quasi certamente un grande e imprevisto aumento della domanda, dovuto alle grandi aspettative su quello che potrà fare l’Argentina ai Mondiali in Qatar.
La nazionale locale ha vinto la Coppa America del 2021 ed è tra le favorite per la vittoria in Qatar, che peraltro sarà l’ultima possibilità di vincere per Messi, che a 35 anni ha già detto che saranno gli ultimi Mondiali. L’interesse per le figuritas è quindi anzitutto dovuto a ragioni sportive o quantomeno di tifo. Probabilmente c’entrano però anche la grande inflazione e la grave situazione economica e sociale del paese: in questo senso, l’interesse per i Mondiali e le figurine è interpretato come una via di fuga dai problemi quotidiani.
Sta di fatto che Panini si è trovata con una domanda superiore alle attese e con la necessità di aumentare in fretta la produzione e la distribuzione delle sue figurine.
Nel frattempo, come sempre in questi casi, la grande domanda e la poca offerta hanno fatto aumentare i prezzi. La carta “extra” di Messi è arrivata a costare 50mila pesos, pari a oltre 300 euro, e una normale figurina di Messi può costare anche tremila pesos, circa venti euro. Questo perché, sebbene non sia più rara di altre, chi ha una figurina di Messi, anche se doppia o tripla, tende a tenersela, rendendola così meno reperibile.
Secondo dati citati qualche settimana fa dal País, tutte le figurine di una squadra possono valere 8mila pesos e 100 figurine “senza doppioni” fino a 14mila pesos. Le singole bustine, il cui prezzo consigliato è di 150 pesos (circa un euro) sono spesso vendute per il doppio o anche il triplo, e nelle ultime settimane alcuni articoli hanno parlato della sempre maggiore diffusione di bustine e figurine false.
C’è però chi parla anche di altre possibili cause per la scarsità delle figurine: per esempio una maggiore distribuzione attraverso canali non tradizionali (cosa che quindi lascerebbe con meno bustine i rivenditori) e il fatto che alcune bustine inizialmente destinate all’Argentina possano essere finite in altri paesi, per esempio il Brasile, dove (prima che i prezzi argentini si alzassero) costavano di più. Il Clarín ha parlato di «teorie del complotto» con cui rivenditori, negozianti, distributori e grossisti si sono accusati l’un l’altro, senza niente di provato.
Nicolás Sallustro, direttore marketing di New Rita, l’azienda che distribuisce in Argentina le figurine Panini, ha smentito le voci secondo cui l’azienda avrebbe volutamente reso difficile il reperimento delle figurine. «Non è una strategia» aveva detto a settembre, aggiungendo che «la domanda è una variabile incontrollabile».
Sempre secondo Sallustro, oltre all’aumento della domanda c’entra anche il fatto che gli acquirenti – molti dei quali adulti – ora vogliono finire l’album molto più in fretta che in passato: «Prima si compravano cinque o dieci bustine per volta, ora c’è chi ne chiede anche cento».
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