I grossi ritardi che ostacolano i pannelli solari
È difficile trovare componenti essenziali come gli inverter e i tempi di allaccio alla rete elettrica si sono allungati di molto
Negli ultimi mesi l’aumento del prezzo dell’energia ha convinto moltissime persone a mettere pannelli solari sui tetti di case e aziende. Secondo i dati diffusi dall’associazione Italia Solare, nei primi sei mesi dell’anno sono stati allacciati alla rete elettrica 71.951 impianti fotovoltaici, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2021, per una potenza totale di poco più di un gigawatt.
Potrebbe sembrare un buon risultato, ma in realtà nel bilancio del primo semestre mancano migliaia di possibili nuovi impianti, che risultano bloccati a causa di una serie di problemi: è diventato difficile trovare installatori per via dell’altissima richiesta, si è allungata notevolmente l’attesa per pannelli e componenti essenziali come i contatori elettronici, e non da ultimo ci sono molti ritardi nell’allacciamento vero e proprio alla rete elettrica.
Mettere i pannelli fotovoltaici sul tetto di casa è tecnicamente semplice: serve avere spazio sul tetto, ovviamente, oltre che un’esposizione a sud o al massimo a sud-est o sud-ovest. Intorno alla casa o all’azienda non devono poi esserci edifici più alti o alberi che potrebbero creare ombra.
Dallo scorso marzo, grazie a un decreto approvato dal governo Draghi, se la casa non si trova in una zona in cui c’è un vincolo ambientale, storico, artistico o paesaggistico, non servono autorizzazioni particolari: l’impianto si può installare con una richiesta chiamata “modello unico”, che impone di inviare una comunicazione al GSE (il Gestore dei Servizi Energetici, una società controllata dal ministero dell’Economia) prima dell’inizio dei lavori e quando l’impianto è installato. Nelle intenzioni del governo, la semplificazione dovrebbe incentivare famiglie e aziende a investire nell’energia solare favorendo così la transizione energetica.
Ma anche nelle condizioni migliori, cioè nelle zone dove non sono necessarie autorizzazioni paesaggistiche, oggi è molto difficile installare pannelli in poco tempo. Uno dei motivi di lentezze e difficoltà è la saturazione del mercato.
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Dal 2013, dopo la conclusione del programma di incentivi economici chiamato Conto energia, c’è stato un notevole calo della domanda di fotovoltaico con una conseguente diminuzione di aziende specializzate e impiantisti. Da oltre 9 gigawatt di potenza installati nel 2011 si è passati a meno di un gigawatt l’anno negli anni successivi, una soglia non superata nemmeno nel 2021 quando ci furono le prime avvisaglie di un aumento dei prezzi di elettricità e gas. Negli ultimi mesi, a causa degli effetti dell’invasione russa in Ucraina sui prezzi dell’energia, la richiesta è tornata a salire molto rapidamente e il mercato non è ancora riuscito ad adattarsi.
Le aziende che installano i pannelli hanno liste di attesa molto lunghe anche per i semplici sopralluoghi. «Dopo il 2011 il settore si è destrutturato e oggi ne vediamo le conseguenze», dice Emanuele Pizzini, vicepresidente dell’associazione Italia Solare. «Il grande numero di richieste sta causando ritardi che per ora, per fortuna, si misurano in mesi e non in anni. Purtroppo stiamo pagando l’instabilità di una politica industriale che ha subito continui cambi di regole negli ultimi anni. Se ci fosse più stabilità, quindi più certezze da parte di chi governa, il mercato potrebbe adattarsi più velocemente».
Per certi versi, il settore degli impianti fotovoltaici sta affrontando gli stessi problemi che interessarono l’edilizia nel 2021, quando ci fu un significativo aumento delle richieste legato al superbonus 110 per cento: oltre alla mancanza di addetti, le imprese segnalano un notevole rincaro di materiali e componenti. Il costo dei pannelli fotovoltaici è aumentato di quasi il 50 per cento, mentre quello delle batterie di accumulato del 30 per cento.
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La crisi mondiale della catena di approvvigionamento ha inoltre allungato i tempi di fornitura di strumenti e componenti indispensabili per il funzionamento degli impianti fotovoltaici. I pannelli si trovano ancora piuttosto facilmente, mentre è complicato avere in tempi brevi inverter e contatori.
L’inverter ha una funzione essenziale: trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata da immettere nella rete elettrica delle case o delle aziende. I contatori bidirezionali, invece, servono a misurare sia l’elettricità prodotta in eccesso rispetto ai consumi, immessa nella rete, sia quella che viene prelevata dalla rete nei momenti in cui i pannelli non riescono a soddisfare il bisogno energetico, per esempio durante la notte. «Ordinando oggi i pannelli il primo arrivo è a gennaio, per le batterie parliamo di marzo», ha detto Dario Dalla Costa, referente veneto e nazionale degli installatori di Confartigianato. Per gli inverter servono fino a quattro mesi, mentre fino a poco fa bastavano tre settimane.
Se manca un singolo componente non si può attivare l’impianto: il paradosso è che molte persone o aziende si ritrovano da settimane o mesi con pannelli installati, ma spenti a causa della lunga attesa per gli inverter o i contatori bidirezionali.
La situazione delle persone in attesa dell’allaccio alla rete elettrica è ancora più paradossale e per certi versi frustrante. L’alto numero di domande di allaccio sta creando non pochi problemi a E-distribuzione, società del gruppo Enel che si occupa di gestire le richieste e di fatto ha il monopolio di questo servizio. In Toscana, per esempio, famiglie e imprenditori attendono da mesi di accendere gli impianti già pronti. «Abbiamo 12 impianti fotovoltaici installati da mesi sui tetti dei nostri supermercati nelle province di Livorno, Grosseto e Massa Carrara, per una potenza complessiva di 1,6 megawatt che però non possono funzionare perché non vengono allacciati alla rete elettrica», ha detto Piero Canova, direttore generale di Unicoop Tirreno. «Sono ritardi inaccettabili, tanto più in un momento di emergenza come questo».
Spesso questi ritardi non sono imputabili soltanto alla lentezza della gestione delle pratiche. Il governo, infatti, ha semplificato le procedure di autorizzazione, mentre per le richieste di allaccio alla rete elettrica sono rimasti molti passaggi burocratici complicati con conseguenti possibili errori da parte di chi presenta la richiesta. Interpellata dal Sole 24 Ore, E-Distribuzione ha spiegato che nel 2022, nella sola Toscana, le connessioni alla rete sono triplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: sono passate da 2.402 a 6.243. «Operiamo nei tempi previsti dalla normativa, ma accade spesso che le pratiche siano incomplete o debbano essere concluse opere a carico del produttore», ha spiegato la società.
Nonostante i problemi, il prezzo dell’energia è cresciuto così tanto da rendere molto conveniente l’installazione di pannelli fotovoltaici. Anche tenendo conto dei ritardi, il tempo di rientro dall’investimento si è notevolmente accorciato. «Una volta il rientro dell’investimento avveniva in sette o otto anni, ora con gli aumenti in un anno e mezzo ci si è ripagati tutto», ha detto Dalla Costa. Di fatto l’aumento dei prezzi continuerà a sostenere la domanda di impianti fotovoltaici anche nei prossimi mesi, con un possibile aumento dei problemi di approvvigionamento di materiali e conseguenti ritardi.
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