Perché mentre ci addormentiamo abbiamo degli scatti
Gli scienziati sono ancora incerti sulle possibili cause, ma può essere per via di stress, carenza di sonno o troppa caffeina
di Mark Wu - The Washington Post
La maggior parte delle persone pensa al sonno e alla veglia come a due diversi stati d’essere, ma ci sono momenti in cui i confini tra i due si confondono. Durante questa transizione, mentre ci addormentiamo possiamo avere uno scatto e svegliarci di soprassalto. Si tratta di spasmi, noti come spasmi ipnici o mioclonie, che comportano brevi contrazioni di uno o più muscoli e possono essere accompagnati da altre sensazioni, come quella di cadere. Gli esseri umani non sono gli unici ad averli: anche i cani hanno degli scatti mentre si addormentano.
L’esperienza è abbastanza comune e raramente motivo di preoccupazione. Gli spasmi possono essere provocati o aggravati dallo stress, dalla carenza di sonno e da un consumo eccessivo di caffeina. Anche se gli scienziati non ne hanno ancora totalmente chiarito le cause, si pensa che gli spasmi ipnici abbiano a che vedere con il livello di eccitabilità del cervello durante il passaggio tra gli stati di veglia e di sonno. Il cervello non è solo quella struttura grande e rugosa che somiglia a un guantone da boxe, ossia la corteccia cerebrale. Consiste anche di una piccola struttura tubolare, detta tronco encefalico, che collega la corteccia al midollo spinale e regola i processi essenziali per la vita, come la respirazione, la deglutizione e il ritmo cardiaco. Gli esperti ritengono che gli spasmi ipnici siano innescati da un’attività instabile in questa regione mentre ci addormentiamo.
Durante la veglia rilassata, quando gli occhi si chiudono e il corpo si calma, le onde cerebrali sono costituite da frequenze veloci miste a un ritmo «alfa» dominante che non varia. Mentre si passa al sonno, il ritmo alfa inizia invece a spezzarsi, si scombina, e le onde cerebrali generalmente cominciano a rallentare. È a questo punto che può capitare di svegliarsi con uno scatto.
Gran parte delle persone – circa il 60-70 per cento – afferma di avere spasmi ipnici. Gli scatti, che possono anche non svegliarci, si verificano a tutte le età, nei bambini come negli anziani. E di rado capitano pazienti che entrano in una clinica del sonno solo per spasmi ipnici. D’altra parte è vero che alcuni sintomi sensoriali che possono accompagnarli tendono a destare preoccupazione. La sensazione più comune è quella di cadere, ma c’è anche chi vede un lampo di luce intensa o frammenti di un sogno. Si può anche avvertire un formicolio, una scossa, o una sensazione di calore che si diffonde negli arti o nel tronco.
I sintomi sensoriali possono comparire con o senza spasmi. Un paziente ha sostenuto di sentire un forte rumore nella testa quasi tutte le notti mentre si addormentava. Spesso avvertiva anche una scossa elettrica su per la spina dorsale. Erano sensazioni inquietanti e gli rendevano difficile riaddormentarsi.
Questo particolarissimo tipo di spasmo è noto come «sindrome della testa che esplode». Il suono non provoca dolore né mal di testa ma può indurre ansia e malessere. Per diagnosticarla si cerca di fare domande ai pazienti, cercando di distinguerla dalla cefalea ipnica, che invece provoca dolore, o dal disturbo da stress post-traumatico, con cui i rumori forti si verificano durante i flashback.
Nel caso di quel paziente i sintomi si alleviarono rassicurandolo sul fatto che non fossero dannosi, e con l’assunzione a breve termine di un aiuto per dormire. È probabile che il problema fosse stato innescato da un aumento dello stress. Sebbene le cause della sindrome della testa che esplode non siano state ancora del tutto comprese, è probabile che alcuni meccanismi siano simili a quelli degli spasmi ipnici.
Solitamente si tratta di disturbi che non richiedono cure mediche, a meno che non provochino ansia e insonnia. Se si è preoccupati e si vuole prevenirli, il consiglio è di ottimizzare l’igiene del sonno riducendo lo stress e rispettando un programma di sonno regolare, che preveda abbastanza tempo per dormire (almeno sette ore per l’adulto medio). Si suggerisce anche di ridurre l’assunzione di caffeina – non più di due tazze al giorno e mai dopo il pranzo – e di nicotina, due sostanze che possono peggiorare la qualità del sonno.
Se a causa degli spasmi il sonno è molto disturbato o durante il giorno si avverte un’eccessiva sonnolenza, il consiglio è di chiedere il parere di uno specialista in medicina del sonno. Altrimenti, se uno scatto ci sveglia, la cosa migliore da fare è semplicemente provare a riaddormentarsi.
Mark Wu è professore di neurologia alla Johns Hopkins School of Medicine e specialista in medicina del sonno al Johns Hopkins Hospital.
© 2022, The Washington Post
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(traduzione di Sara Reggiani)