A cosa sono serviti gli attacchi russi alle città ucraine?
Non a indebolire l'esercito nemico, ma a danneggiare e spaventare la popolazione civile
I bombardamenti russi sulle città ucraine di lunedì hanno colpito principalmente centrali elettriche, linee dell’alta tensione, impianti per il riscaldamento e acquedotti: obiettivi civili la cui distruzione, ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, «non aveva alcuno scopo militare».
Anche secondo alcuni esperti di strategia che hanno parlato con i media internazionali la Russia non ha organizzato gli ultimi attacchi per danneggiare l’esercito ucraino, come sostenuto dal ministero della Difesa russo e dallo stesso presidente Vladimir Putin. Il fine era invece danneggiare la popolazione civile, causando blackout, mancanza di acqua corrente e problemi con gli impianti di riscaldamento per spaventare le persone in vista dell’inverno.
«Non penso che gli attacchi avranno un impatto strategico», ha detto l’esperto di strategia militare di Rochan Consulting Konrad Muzyka al New York Times: «A meno che l’impatto voluto sia quello di motivare di più i soldati ucraini e, forse, far accelerare le consegne di attrezzature militari all’Ucraina da parte dei paesi occidentali». Ben Barry dell’International Institute for Strategic Studies, un ente di ricerca di Londra, ha detto sempre al New York Times che dato che non sta ottenendo vittorie negli scontri sul fronte orientale la Russia sta colpendo infrastrutture civili «per infliggere sofferenza al governo ucraino». Barry ritiene che se l’Ucraina continuerà a vincere sul campo di battaglia è possibile che i bombardamenti di questo genere aumenteranno.
Shashank Joshi, responsabile editoriale per le questioni militari della rivista Economist ed ex membro del think tank Royal United Services Institute for Defence and Security Studies, ha detto a BBC che danneggiando infrastrutture fondamentali la Russia ha fatto sapere all’Ucraina di voler «mettere in ginocchio» la sua economia, nonostante le proprie perdite militari. Una delle conseguenze più immediate dei bombardamenti è stato l’annuncio, da parte del ministero dell’Energia ucraino, dell’interruzione delle esportazioni di elettricità ai paesi dell’Unione Europea a partire da martedì; erano cominciate a luglio, mentre i paesi occidentali cercavano di ridurre la propria dipendenza energetica dalla Russia.
«E come obiettivo secondario», ha aggiunto Joshi, «sospetto che voglia ottenere lo spostamento di truppe e risorse militari dal fronte orientale all’interno del paese».
Secondo Konrad Muzyka, perché attacchi come quelli di lunedì abbiano un vero effetto strategico sulla guerra dovrebbero essere condotti in modo persistente, ma è molto probabile che la Russia non disponga di un sufficiente numero di missili di precisione per portare avanti una strategia del genere. Già da prima di oggi alla Russia erano rimaste relativamente poche armi di questo genere ed è verosimile che voglia conservare buona parte di quelle rimaste, ha detto Joshi, per combattere contro i paesi della NATO nel caso in cui la guerra dovesse espandersi oltre il territorio ucraino.
È anche stato notato che l’attacco agli obiettivi civili ucraini è arrivato due giorni dopo l’entrata in servizio del nuovo comandante dell’esercito russo in Ucraina, Sergei Surovikin. Surovikin è noto per il suo ruolo nell’intervento militare russo in Siria, dove ordinò decine di attacchi a obiettivi civili e infrastrutture. Un rapporto di Human Rights Watch del 2020 dice che sotto il suo comando le forze russe hanno colpito «case, scuole, ospedali e mercati – i luoghi dove le persone vivono, lavorano e studiano». Oltre alle infrastrutture elettriche e idrauliche, lunedì sono stati colpiti anche un incrocio di strade vicino a un’università e un parco giochi in un parco.
Il primo ministro ucraino Denys Shmygal ha fatto sapere con un post su Facebook che le grandi infrastrutture ucraine colpite dai bombardamenti sono undici e che il paese si deve preparare a blackout e interruzioni delle forniture d’acqua. In tutto il territorio ucraino sono in corso lavori di riparazione di emergenza, oltre all’organizzazione di spazi comuni riscaldati da stufe a legna o a carbone, pronti nel caso in cui futuri attacchi dovessero privare molte persone del riscaldamento nei mesi più freddi.
Secondo persone esperte della rete elettrica ucraina con cui ha parlato il New York Times, è improbabile che la Russia riesca a compromettere completamente il suo funzionamento: potrebbero esserci blackout temporanei, o limitati a una regione, ma è difficile che all’intero paese venga tolta la corrente, ha detto l’ex ministro dell’Energia Ivan Plachkov.