Un incendio ha danneggiato i famosi “moai” dell’Isola di Pasqua
Cioè le grandi statue monolitiche riconoscibili per le loro facce: alcune sono state danneggiate in modo «irreparabile»
Un incendio che si è sviluppato in questi giorni sull’Isola di Pasqua, nel mezzo dell’oceano Pacifico, ha danneggiato molti dei suoi tipici “moai”, le grosse statue monolitiche particolarmente riconoscibili per le loro caratteristiche faccione. Al momento non è chiaro quante statue siano state rovinate dalle fiamme, ma secondo le autorità locali alcune sono state danneggiate in maniera «irreparabile». L’incendio, le cui cause non sono ancora note, si è sviluppato dopo meno di due mesi dalla riapertura al turismo dell’isola, che negli ultimi due anni era rimasta chiusa a causa della pandemia da coronavirus.
L’Isola di Pasqua si trova circa 3.600 chilometri a ovest delle coste del Sud America e il suo nome nella lingua autoctona è Rapa Nui. Fu abitata a lungo da tribù polinesiane, che vi costruirono con tecniche ancora non del tutto chiare più di 1.100 moai, che generalmente sono alti attorno ai 4 metri, ma possono raggiungere anche i 10 e pesano fino a 74 tonnellate. Anche sulla loro funzione ci sono varie ipotesi, ma la più diffusa è che rappresentassero lo spirito degli antenati e fossero stati scolpiti per augurare benessere e prosperità alle nuove generazioni (e sarebbe per questo che sono rivolti verso l’interno dell’isola). Nel 1888 l’isola fu annessa al Cile, da cui dipende tuttora.
Secondo il comune di Rapa Nui, l’incendio si è sviluppato lunedì e si è esteso per più di un chilometro quadrato nel parco nazionale dove sono conservati i moai, un sito UNESCO. Le fiamme hanno interessato in particolare la zona attorno al vulcano Rano Raraku, dove si trovano alcune centinaia di monoliti.
Il direttore della comunità Ma’u Henua, che si occupa della cura e della conservazione del parco nazionale, ha detto che l’incendio ha provocato danni «irreparabili» e che alcuni moai sono «completamente bruciati e i danni sono visibili sulla superficie» dei monoliti. Le autorità del parco hanno aggiunto che è stato difficile contenere l’incendio per via della carenza di volontari.
Secondo il sindaco dell’isola, Pedro Edmunds Paoa, l’incendio non sarebbe stato un incidente: parlando con una radio locale, Paoa ha detto che «tutti gli incendi che si sviluppano a Rapa Nui sono provocati dagli umani».
Giovedì è stata convocata una riunione straordinaria in cui una delegazione della presidenza del Cile e le autorità dell’isola si sono confrontate sulla gestione dell’emergenza e hanno discusso di come prevenire il problema in futuro. Nel frattempo, il parco resterà chiuso almeno per tutta la giornata di venerdì in attesa che gli esperti stimino i danni ai monoliti, compresi i circa 30 che si trovano nella zona del cratere del vulcano.
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