Il Napoli visto finora va oltre ogni aspettativa
Una squadra che in estate ha perso grandi giocatori continua a vincere e impressionare, e forse le ragioni stanno proprio in quei cambiamenti
Ci sono stadi di calcio in cui vincere ha un significato diverso. Uno di questi è la Johan Cruijff Arena di Amsterdam, dove martedì sera il Napoli non solo ha vinto, ma lo ha fatto con un risultato tennistico (1-6) che per la squadra di casa, l’Ajax, è la sconfitta più pesante subita in tutte le competizioni dal 1964.
Le squadre italiane non sono mai state particolarmente stimate ad Amsterdam, perché solitamente espressione di un calcio difensivo che è completamente l’opposto del famoso calcio olandese, propositivo e spettacolare, che nacque proprio in quella città con l’Ajax di Rinus Michels e Johan Cruijff. Da martedì sera, però, i giornali locali parlano di una partita storica e celebrano la qualità mostrata dal Napoli. Non è però una novità per chi ha seguito questo inizio di stagione.
È vero che l’Ajax è cambiato molto negli ultimi anni, e che ora si trova in fase di ricostruzione dopo la conclusione del precedente ciclo sancita dalla cessione di quasi tutta la squadra che nel 2019 sfiorò la finale di Champions League. Ma è vero anche che, soprattutto in Champions League, dove il gioco propositivo spesso viene premiato, l’Ajax aveva esordito con un netto 4-0 ai Rangers Glasgow e alla seconda giornata aveva sfiorato il pareggio in casa del Liverpool, finalista della passata edizione.
Ad Amsterdam il Napoli è andato in svantaggio dopo meno di dieci minuti ma ha reagito subito e a fine primo tempo vinceva già 3-1 con i gol di Raspadori, Di Lorenzo e Zielinski. Trovandosi di fronte una squadra che giocava a viso aperto e che concedeva metri di campo dietro di sé, il Napoli ha trovato ampi spazi per attaccare e li ha sfruttati alla perfezione con giocate veloci e di qualità, anche grazie all’ottima forma che i suoi giocatori stanno mostrando da inizio stagione.
Nel secondo tempo la prestazione dell’Ajax, peraltro rimasto in dieci per l’espulsione di Dusan Tadic a venti minuti dalla fine, è precipitata definitivamente. Il Napoli, da parte sua, ha continuato ad approfittare degli spazi concessi e facilitato dallo sbilanciamento degli avversari è andato in gol ancora con Raspadori e poi con Kvaratskhelia e Simeone. L’ex allenatore Fabio Capello, ora commentatore di Sky Sport, l’ha definita «una lezione di calcio a chi il calcio lo ha insegnato a tutti».
Con la terza vittoria su tre partite giocate in Champions League, il Napoli ora è primo a punteggio pieno nel suo girone e già alla prossima giornata potrebbe ottenere la qualificazione agli ottavi di finale. È la squadra italiana che ha fatto più punti in Europa finora ed è diventata anche la prima ad aver segnato più di 10 gol nelle prime tre partite della fase a gironi.
Che la squadra allenata da Luciano Spalletti avesse qualcosa di speciale lo si era capito già alla prima giornata, quando aveva battuto 4-1 il Liverpool con una prestazione straripante. Anche in quel caso il controllo del gioco era stato ampio e i gol erano arrivati in tanti modi diversi, segno che la squadra gira molto bene nonostante la stagione sia iniziata da neanche due mesi e nonostante i grandi cambiamenti avvenuti in estate.
Inizialmente le previsioni sulla stagione del Napoli non erano molto incoraggianti, dato che erano stati ceduti o svincolati gran parte dei giocatori più importanti degli ultimi anni, come Kalidou Koulibaly, Dries Mertens, Fabian Ruiz e Lorenzo Insigne. I sostituti, però, si sono mostrati subito all’altezza, in particolare l’esterno offensivo Khvicha Kvaratskhelia, miglior esordiente del campionato, e il solidissimo centrale di difesa sudcoreano Kim Min-jae. Poi sono stati inseriti giocatori utili come Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori in attacco, e Tanguy Ndombele a centrocampo. Chi invece era arrivato a Napoli nella passata stagione, come il centrocampista camerunense Zambo Anguissa, è già fondamentale negli equilibri della squadra.
Il risultato è che su undici partite disputate fin qui, il Napoli ne ha vinte nove, non ha mai perso, ha segnato 31 gol (in media più di due a partita) e ne ha subiti soltanto 8. È in testa al suo girone di Champions a punteggio pieno ed è in testa anche in campionato, con 20 punti ottenuti su 24 disponibili. In tante partite giocate ha vinto in modo netto, ma ha saputo anche vincere in rimonta in campi difficili, come a Roma contro la Lazio, o a San Siro contro il Milan, in una partita in cui ha sfruttato le minori occasioni avute e resistito alle pressioni senza soffrire troppo.
Quando una squadra che è cambiata così tanto trova il modo di funzionare subito e bene, oltre all’impronta di un allenatore entra in gioco qualcos’altro. Una spiegazione forse l’ha data il nuovo capitano, Giovanni Di Lorenzo, proprio prima della partita di Amsterdam. Di Lorenzo ha detto: «Sono andati via grandissimi giocatori di personalità e questo ha responsabilizzato tutti. Per questo stiamo venendo fuori alla grande. Nessuno si aspettava questo impatto dei nuovi. Stiamo dimostrando di essere un grande gruppo ed è merito anche del mister, che tiene tutti sulla corda e dà a tutti la possibilità di dare il loro contributo».
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