La Russia è un po’ confusa sui suoi confini in Ucraina
Mentre l'esercito ucraino continua ad avanzare, le autorità russe non sanno dire dove iniziano le regioni annesse illegalmente
Nelle ultime 48 ore l’esercito ucraino è ulteriormente avanzato nel sud e nell’est del paese, riprendendo il controllo di alcuni territori nelle aree di Kherson e Donetsk: sono due delle quattro regioni in cui il governo russo la settimana scorsa aveva organizzato i cosiddetti referendum per la loro annessione alla Russia, considerati illegittimi e farseschi per le modalità in cui si sono svolti.
Soprattutto a sud, nella regione di Kherson, l’esercito ucraino ha sfondato le linee russe dopo settimane di stallo, e ha preso nuovi territori presso Zolota Balka e Aleksandrovka. Ci sono stati ulteriori avanzamenti anche nei dintorni di Lyman, la città nella regione di Donetsk considerata importante per la logistica della guerra nell’est del paese che l’Ucraina aveva riconquistato domenica. Sembra che ci siano stati avanzamenti anche nei pressi del confine della regione di Luhansk, un’altra di quelle illegalmente annesse alla Russia.
Queste conquiste sono state ammesse anche dall’esercito russo, che lunedì ha detto che le forze ucraine sono penetrate ancora più a fondo nella regione di Kherson, sfondando le linee di difesa russe. Il ministero della Difesa russo ha aggiunto che nella zona di Zolota Balka l’esercito si è ritirato smantellando i propri avamposti di difesa, scrive l’Institute for the Study of War (ISW).
Le conquiste ucraine complicano ulteriormente una questione lasciata irrisolta dai referendum per l’annessione di quattro regioni ucraine voluti dalla Russia, cioè quella dei confini delle regioni annesse. Subito dopo la conclusione del referendum, il governo russo aveva ammesso di non avere ancora stabilito con chiarezza quali fossero i confini esatti delle quattro regioni (oltre a Kherson, Donetsk e Luhansk, anche Zaporizhzhia).
Il punto è che le autorità russe hanno annunciato l’annessione illegale di quattro regioni ucraine che però l’esercito russo occupa soltanto parzialmente. Fin dall’annuncio dei referendum, a fine settembre, non è mai stato chiaro se la Russia avesse deciso di considerare come proprie soltanto le aree che già controlla oppure le regioni per intero, comprese le parti che attualmente sono sotto il saldo controllo dell’Ucraina. Questa questione è ancora irrisolta, anche se ormai l’annessione è stata ufficializzata dal presidente russo Vladimir Putin.
Visto che queste regioni dovrebbero essere, agli occhi della Russia, territorio russo, significa che la Russia al momento non sa bene dove siano i propri confini.
La questione riguarda soprattutto le regioni di Zaporizhzhia e Kherson: in una delle ultime dichiarazioni al riguardo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che per le regioni di Donetsk e Luhansk sarebbero stati riconosciuti i confini precedenti ai conflitti iniziati tra Ucraina e separatisti russi nel 2014 (dunque porzioni di territorio molto minori delle corrispondenti regioni ucraine di Donetsk e Luhansk). Ma Peskov ha aggiunto che i confini esatti delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson devono invece ancora essere definiti, e che «continueremo a consultarci con le persone che vivono in quelle regioni».
Non è chiaro se e come le recenti riconquiste ucraine influiranno sulla definizione di questi confini, ma è evidente che rappresentano un ostacolo e una complicazione per i tentativi di russi di incorporare queste regioni nel proprio territorio.