Il Marocco se l’è presa per il disegno sulle maglie della Nazionale di calcio algerina
Dice che riprendono uno stile di mosaici tipici della cultura marocchina, e ha chiesto ad Adidas di ritirarle
Il ministro della Cultura del Marocco ha accusato l’azienda di abbigliamento sportivo Adidas di essersi appropriata della cultura marocchina nelle nuove maglie che ha prodotto per la Nazionale di calcio algerina. Le maglie hanno disegni geometrici blu, verde acqua e gialli, tipici di uno stile di mosaici chiamato zellige, che è caratteristico della cultura marocchina: lo zellige è nato in Marocco, ma è presente anche in altre culture del Nord Africa, tra cui quella algerina.
Adidas aveva presentato le maglie come «ispirate all’iconico palazzo El Mechouar», un’ex residenza reale che si trova nella città di Tlemcen, nel nord-ovest dell’Algeria, i cui muri sono decorati con mosaici zellige.
Negli ultimi anni è cresciuta molto la sensibilità verso il comportamento che viene definito “appropriazione culturale”, un concetto nato in ambienti accademici americani che indica l’uso di elementi di una cultura diversa dalla propria in un processo creativo: è considerato irrispettoso nei casi in cui l’utilizzo di quegli elementi venga fatto senza reale consapevolezza del loro contesto, in un modo stereotipato e che li riduca a una sorta di macchietta di quella cultura.
Il ministro della Cultura marocchino, Mohamed Mehdi Bensaid, ha fatto sapere di aver inviato un avvertimento legale ad Adidas, chiedendo che le magliette con quel design vengano ritirate entro due settimane. La persona incaricata da Bensaid di occuparsi dell’azione legale ha scritto su Facebook che le nuove magliette dell’Algeria sono «un tentativo di rubare un patrimonio culturale tradizionale marocchino e di usarlo fuori dal suo contesto», e che contribuiscono «alla perdita e alla distorsione dell’identità e della storia» dello zellige. Per il momento Adidas non ha risposto pubblicamente alle accuse.
Le relazioni tra Marocco e Algeria, due paesi del Nord Africa che affacciano sul mar Mediterraneo e che condividono un confine di circa 1.500 chilometri, sono tradizionalmente difficili. Nell’ultimo periodo sono anche peggiorate, per ragioni che hanno a che fare con la lunga disputa sul Sahara Occidentale e più di recente con il sostegno del Marocco al diritto all’autodeterminazione della Cabilia, una regione algerina a maggioranza berbera a est di Algeri.
Il confine tra i due paesi è chiuso dal 1994 e i controlli sono aumentati da quando, a luglio dello scorso anno, il ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra, aveva annunciato la sospensione dei rapporti diplomatici con il Marocco. Lamamra aveva detto che il Marocco non ha «mai interrotto le azioni ostili» verso il suo paese.
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