Almeno 23 civili sono morti in un bombardamento russo a un convoglio ucraino che portava aiuti umanitari a Zaporizhzhia
Venerdì un bombardamento russo a un convoglio di veicoli che portava aiuti umanitari nella regione di Zaporizhzhia, in Ucraina, ha ucciso almeno 23 persone, ferendone diverse altre decine. Il convoglio era composto da una decina di auto e da tre furgoni, si trovava appena fuori dalla città di Zaporizhzhia, nel sud del paese, e stava andando verso la parte della regione occupata dalla Russia per portare aiuti umanitari e fare uscire alcuni civili dalla zona di conflitto. Tutte le persone uccise erano civili.
In questo momento la regione di Zaporizhzhia è per la maggior parte occupata dalla Russia, ma non lo è la parte più settentrionale in cui si trova il capoluogo, cioè la città di Zaporizhzhia stessa: le autorità ucraine hanno spiegato che ogni giorno alcune decine di persone si spostano avanti e indietro della città per visitare parenti che abitano nei territori occupati e portare loro cibo, coperte e altri generi di aiuti. Lo fanno in convogli di mezzi che viaggiano incolonnati per segnalare che si tratta di civili e non di militari: è una pratica piuttosto frequente lungo il fronte e che avviene con il benestare dei due eserciti.
In questo caso i mezzi erano fermi su due file, in attesa di poter passare: secondo le autorità ucraine i russi sapevano bene che all’interno c’erano solo civili. Il capo della regione di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, ha detto che i feriti sono stati soccorsi sul posto dai medici. Uno dei funzionari russi che occupano la regione, Vladimir Rogov, ha incolpato l’Ucraina per l’attacco attraverso i media statali russi. Un funzionario del governo ucraino ha pubblicato su Twitter le foto di alcune vittime dell’attacco (sono pixelate ma sono immagini piuttosto forti: si possono vedere a questo link).