Una canzone di George Benson
Che torna tutto prima o poi
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Le candidature per ospitare l’Eurofestival dell’anno prossimo sono rimaste due : Liverpool e Glasgow. I tradizionalisti spingono per Liverpool, ancora per via di quella band locale di qualche successo più di mezzo secolo fa. Questa newsletter aderisce, per non sporcare il curriculum musicale di Glasgow e delle sue formidabili band.
Altre storie musicali da questo mio passaggio londinese: qui dietro c’è una brutta e inquietante costruzione, che ho scoperto essere il carcere di Pentonville, uno dei più famigerati del Regno Unito (per violenze, degrado, invivibilità, evasioni): è in centro a Londra – a Islington – e ha più di 180 anni. Tanto che ci passò da detenuto Oscar Wilde, ma più di recente anche Boy George, Pete Doherty e George Michael.
Jarvis Cocker – Jarvis Cocker dei Pulp – ha pubblicato un libro qualche mese fa, che avevo comprato qui per Matteo Bordone, sapendolo fan. Oggi ho visto che lo presenta domani (Cocker, non Bordone) da Foyles, grande libreria del centro, ma la cosa che volevo condividere è che qui le presentazioni dei libri sono a pagamento, a prezzi variabili: Cocker costa dodici sterline, A.M. Homes (scrittrice americana che ha fatto gran belle cose in passato ma che non scriveva un romanzo da dieci anni) ne costa otto, con Jeanette Winterston.
Breezin’
George Benson
Breezin’ su Spotify
Breezin’ su Apple Music
Breezin’ su YouTube
Breezin’ la associo a Sailing : non solo per i gerundi, ma sono tutte e due delle canzoni che alludono a beatitudini nautiche, che ebbero grandi successi in anni vicini e vennero usatissime come sottofondi o sigle radiofoniche o televisive. Sailing è una canzone del 1979 con cui fece il botto Christopher Cross, cosa che lo aiutò a ricevere l’incarico di un’altra canzonetta con cui vinse un Oscar, e poi sparì del tutto: ma credo che possa tuttora vivere di royalties. Comunque, non è di lui che parliamo stasera, è stata una mia associazione divagatrice.
George Benson è una presenza assai più solida nella storia della musica, con due incarnazioni: una è di apprezzato musicista jazz ed eccellente chitarrista, l’altra è di interprete pop di alcuni grossi successi (l’altra cosa più nota e ammirevole è la sua versione di On Broadway ) ma meno presi sul serio. Ora ha 79 anni: il disco di Breezin’ fu il suo sedicesimo e ci arrivò primo nelle classifiche americane nel 1976. La canzone è strumentale, e l’aveva scritta Bobby Womack, uomo con tutta una storia . Ed è appunto una canzone da sorgere del sole e stropicciarsi gli occhi dopo che avete dormito nel pozzetto della barca, buona per ogni playlist ” yacht rock ” e assolutamente incongrua con queste serate autunnali, avete ragione. Un po’ ingenua, persino. Ma non disperate su qualche weekend di ottobre assolato né sul ritorno dell’ingenuità, che torna tutto prima o poi.
Breezin’ su Spotify
Breezin’ su Apple Music
Breezin’ su YouTube