La confusa assegnazione del seggio di Umberto Bossi in parlamento
È dipesa prima da un errore del sito del ministero dell'Interno, e poi dal cosiddetto “effetto flipper” della legge elettorale
Mercoledì sul sito del ministero dell’Interno è comparso il nome di Umberto Bossi tra gli eletti alla Camera dei deputati in un collegio plurinominale della Lombardia, dopo giorni in cui la sua esclusione dal parlamento era stata data come ufficiale sia da alcuni giornali che da esponenti della Lega. Sarebbe stata una notizia rilevante: Bossi è il fondatore della Lega e negli ultimi 35 anni ha fatto parte quasi ininterrottamente del parlamento italiano. Fu eletto per la prima volta senatore nel 1987 (circostanza a cui deve il soprannome con cui ancora oggi viene spesso chiamato, in dialetto lombardo: senatùr).
Il motivo della confusione sulla sua elezione è legato a un errore nel calcolo della distribuzione dei seggi fatto su Eligendo, la piattaforma online del ministero dell’Interno su cui vengono diffusi i dati elettorali. Fino a mercoledì Eligendo aveva dato Bossi come non eletto perché aveva escluso dal calcolo complessivo sull’attribuzione dei seggi il partito +Europa, che alla Camera ha ottenuto il 2,83 per cento su base nazionale. Le regole della parte proporzionale della legge elettorale prevedono che i partiti sotto al 3 per cento non eleggano candidati in parlamento, ma se hanno comunque ottenuto più dell’1 per cento i loro voti vengono redistribuiti all’interno della coalizione di cui fanno parte (in questo caso quella di centrosinistra), tra i partiti che invece hanno superato la soglia.
Per farla breve, inizialmente Eligendo non aveva considerato i voti di +Europa e non li aveva redistribuiti nella coalizione di centrosinistra: se lo avesse fatto, Bossi sarebbe risultato eletto fin da subito. Le due cose possono sembrare scollegate, perché i voti di +Europa riguardano la coalizione di centrosinistra e non quella di destra (con la quale Bossi era candidato). Di fatto però i meccanismi del Rosatellum, l’attuale legge elettorale, le rendono l’una dipendente dall’altra.
Alla Camera infatti i 245 seggi del proporzionale si assegnano su base nazionale, cioè si prende il totale dei voti espressi dagli elettori in tutta Italia e si distribuiscono i seggi ai partiti in modo proporzionale a quei voti, tenendo conto delle percentuali ottenute nei vari collegi.
Se una coalizione ha preso più voti di quelli che erano stati inizialmente calcolati, cambia anche il modo in cui i seggi vengono distribuiti sul territorio: in questo caso la coalizione di centrosinistra si è vista assegnare con il ricalcolo alcuni seggi in collegi diversi rispetto a prima, a scapito dei candidati di altre coalizioni. Nonostante i voti di +Europa, però, non è cambiato il numero di seggi complessivo assegnati a ciascun partito, ma solo la loro ripartizione: i seggi tolti ai partiti in un collegio sono stati restituiti in altre zone d’Italia, e uno di questi era proprio quello di Umberto Bossi in Lombardia.
Il modo in cui avviene questa assegnazione non è casuale, ma si fa con il cosiddetto “calcolo dei resti”, che si può facilmente capire con un esempio: se un collegio assegna 10 seggi, e in quel collegio un partito prende il 22 per cento, quel partito ha diritto a 2,2 seggi. Gliene vengono assegnati 2 e lo 0,2 di resto viene messo da parte. Poi si mettono in fila i resti dei vari partiti in tutti i collegi, e chi ha i resti più alti ottiene i seggi da redistribuire. Il conteggio dei voti di +Europa ha modificato il valore di tutti i resti, non a sufficienza da aumentare i seggi del centrosinistra, ma comunque cambiandone l’ordine. Prima di arrivare al seggio di Bossi però entra in gioco il cosiddetto “effetto flipper”.
In sostanza se una lista in un collegio ha preso più seggi di quelli stabiliti a livello nazionale deve cederli, mentre una lista che ne ha ottenuti di meno dovrà riceverli. Un seggio eccedente in Sicilia può compensarne un altro in Lombardia o altrove con un meccanismo che è stato definito “flipper” per la sua difficile prevedibilità. Il flipper avviene normalmente nei conteggi dei seggi proporzionali col Rosatellum, la legge elettorale in vigore, ma in questo caso specifico è stato fatto scattare da un errore di calcolo.
Lo stesso Bossi aveva commentato la sua mancata rielezione come se fosse ufficiale, e il leader della Lega Matteo Salvini aveva detto che lo avrebbe proposto come senatore a vita, in modo che continuasse a far parte del parlamento. Non erano loro a essersi sbagliati, ma il sito del ministero dell’Interno, che in ogni caso pubblica quei dati in maniera ufficiosa: la proclamazione ufficiale dei seggi viene effettuata prima dagli uffici elettorali delle Corti d’Appello e poi dall’ufficio elettorale centrale nazionale della Cassazione.
In questi giorni solo il sito di analisi di dati YouTrend aveva anticipato che una rielezione di Bossi era ancora possibile, in base ai calcoli effettuati dai suoi esperti di sistemi elettorali. Mercoledì aveva capito e segnalato l’errore anche il leghista e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
Bossi è solo il candidato più noto tra quelli coinvolti in questo ricalcolo complessivo, che sono in tutto una trentina: per esempio, insieme a lui in Lombardia è stato eletto anche il tesoriere della Lega Giulio Centemero, mentre un’altra leghista, Annalisa Tardino, ha perso il seggio che pensava di aver ottenuto ad Agrigento. Al suo posto è stato inserito Giuseppe Provenzano, ex ministro per il Sud, del Partito Democratico.
Ce ne sono ancora diversi altri: tra i più noti, il PD ha recuperato nel Lazio un seggio per cui era candidata Marianna Madia, ex ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione nei governi Renzi e Gentiloni. La legge elettorale però permette di candidarsi fino a 5 collegi plurinominali e a un uninominale contemporaneamente, ed essendo Madia già stata eletta altrove, ha potuto cedere il suo posto nel Lazio al segretario del PD romano Andrea Casu. Nel flipper ha perso il suo seggio in Toscana anche Lucia Annibali, tra le più note esponenti di Italia Viva di Matteo Renzi, a favore del candidato del PD Marco Siriani.