La Russia ha detto di avere vinto nei referendum farsa in Ucraina
Dopo la pubblicazione di risultati irrealistici, il regime russo procederà rapidamente con l'annessione di quattro regioni ucraine
Martedì sera la Russia ha annunciato i risultati del referendum illegale, definito una farsa, per annettere alla Federazione russa quattro regioni dell’Ucraina parzialmente occupate dall’esercito russo e dalle forze separatiste filorusse: come ampiamente previsto, ha vinto l’annessione con percentuali irrealistiche.
I referendum riguardano quattro milioni di persone che vivono nelle repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk (che la Russia già considera indipendenti) e nelle zone occupate di Zaporizhzhia e Kherson: queste regioni, nel complesso, costituiscono il 15 per cento del territorio ucraino. Secondo i risultati annunciati dal governo russo, l’annessione ha vinto con il 99 per cento dei voti a Donetsk, con il 98 a Luhansk, con il 93 a Zaporizhzhia e con l’87 per cento a Kherson.
I referendum sono considerati illegali dall’Ucraina e dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale, non soltanto perché avvengono in territori militarmente occupati. Le modalità del voto, che si è svolto in cinque giorni a partire da venerdì della scorsa settimana, mostrano chiaramente come i referendum siano stati una farsa, e non abbiano rispettato in alcun modo gli standard minimi di un processo elettorale valido.
Tra le altre cose, molte persone sono state costrette a votare con la minaccia delle armi, la segretezza del voto non è quasi mai stata rispettata e le operazioni di conteggio non sono state supervisionate da nessun organismo internazionale.
È praticamente certo che, dopo aver annunciato questi risultati, la Russia procederà rapidamente ad annettere i territori ucraini occupati. Alcuni parlamentari russi hanno detto che la Duma, il parlamento russo, potrebbe votare sulla questione già la settimana prossima, il 4 ottobre.
L’annessione era stata vista come necessaria dalla Russia dopo l’annuncio da parte del regime della «mobilitazione parziale» di 300 mila riservisti: dichiarando che le regioni occupate ucraine sono territorio russo, il regime di Vladimir Putin può dare una giustificazione legale all’invio dei coscritti in Ucraina e far passare una guerra di aggressione come un’operazione di difesa dei territori appena annessi.
Putin inoltre sta cercando di rendere credibili le non tanto velate minacce di ritorsione nucleare fatte da lui e da altri esponenti del suo regime nelle ultime settimane: anche in questo caso, l’idea è di presentare qualsiasi attacco alle regioni ucraine occupate come un attacco al territorio russo, che potrebbe provocare gravi conseguenze. Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, ha detto che dopo l’annessione «la situazione cambierà radicalmente dal punto di vista legale, dal punto di vista della legge internazionale, con tutte le conseguenze corrispondenti per quanto riguarda la protezione di quelle aree e la garanzia della loro sicurezza».