I funerali di stato per Shinzo Abe
Si sono svolti a Tokyo tra molte proteste, e hanno partecipato anche una cinquantina di capi di stato stranieri
Poco dopo le due del pomeriggio di martedì, in Giappone (in Italia erano le sette del mattino) sono iniziati i funerali di stato di Shinzo Abe, ex primo ministro giapponese assassinato lo scorso luglio durante un discorso pubblico. La cerimonia si è svolta a Tokyo, la capitale, in un’arena del centro che ospita spesso eventi sportivi e concerti. Hanno assistito circa 4.300 persone, tra cui circa 50 capi di stato o ex capi di stato, molti dei quali sono stati accolti lunedì in maniera ufficiale dall’attuale primo ministro Fumio Kishida.
Ci sono tra gli altri la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, l’ex prima ministra britannica Theresa May, il primo ministro indiano Narendra Modi, quello australiano Anthony Albanese e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Oltre agli invitati ufficiali, migliaia di persone sono arrivate fuori dal luogo della cerimonia diverse ore prima dell’inizio e si sono messe in fila per lasciare fiori o altri tributi in un’area dedicata che era stata allestita appositamente per il pubblico.
Il funerale di stato per Abe è stato anche molto contestato: a pochi chilometri dal luogo dell’evento altre migliaia di persone si sono riunite per protestare, dopo giorni di manifestazioni d’opposizione molto partecipate.
Anche per questo la sicurezza prima e durante la cerimonia è stata eccezionalmente rigida: le strade intorno al luogo dell’evento sono state chiuse fin dalla mattina e sono stati impiegati circa 20mila agenti delle forze dell’ordine, molti dei quali arrivati da altre parti del Giappone.
Le ragioni della contestazione sono diverse: in parte riguardano i molti soldi spesi per organizzare una cerimonia così grande, l’equivalente di circa 12 milioni di euro ricavati dal denaro pubblico e che non sono passati da un’approvazione in parlamento (anche alcuni deputati giapponesi d’opposizione non hanno partecipato in segno di protesta).
In parte c’entra la storia di Abe, che per molto tempo s’impegnò per far sì che il Giappone tornasse ad avere un esercito (contro la volontà di parte della popolazione), e che ebbe un legame con la Chiesa dell’unificazione, un gruppo religioso diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in Asia orientale che ha milioni di membri e che da molti è considerato piuttosto simile a una setta (l’uomo che ha ucciso Abe ha detto di averlo fatto anche per questo legame controverso). Secondo alcuni sondaggi, più di metà della popolazione giapponese era contraria ai funerali di stato per Abe.
VIDEO: Hundreds of protesters against the publicly funded state funeral of former Japanese Prime Minister Shinzo Abe gather in a street near the Nippon Budokan.
Abe, Japan's longest-serving prime minister, was shot dead on July 8 while campaigning pic.twitter.com/wdxEIBEQQP
— AFP News Agency (@AFP) September 27, 2022
La decisione di tenere i funerali di stato è stata presa per l’importanza che Abe ha avuto per il Giappone contemporaneo. È stato il politico che ha ricoperto la carica di primo ministro più a lungo – per due periodi separati da un intervallo, tra il 2006 e il 2007 e poi tra il 2012 e il 2020 – e quello che più di tutti nella storia giapponese moderna ha contribuito ad aumentare la rilevanza del paese nella politica estera.
– Leggi anche: Shinzo Abe cambierà il Giappone?