In Sicilia è andato molto bene il partito di Cateno De Luca
Sud chiama Nord, fondato da un controverso politico con seguito a Messina, potrebbe ottenere anche dei collegi all'uninominale
In Sicilia il partito Sud chiama Nord sta raggiungendo ottimi risultati alle elezioni nazionali, attorno al 12-13% in tutte le circoscrizioni sia alla Camera sia al Senato. A Messina si è attestato addirittura come primo partito, davanti alla coalizione di destra con oltre il 32% dei voti. È in vantaggio per ottenere il seggio assegnato nel collegio uninominale, sia alla Camera sia al Senato, anche se lo spoglio non è ancora finito. Gli exit poll e le prime proiezioni delle elezioni regionali indicano che il leader del partito Cateno De Luca, sostenuto solo dalla sua lista Sicilia Vera, potrebbe arrivare secondo dopo Renato Schifani, candidato della destra, e davanti a Caterina Chinnici, candidata del centrosinistra.
Il nome di Cateno De Luca non è noto al di fuori della Sicilia ma è molto conosciuto, ormai da anni, nella sua regione. Viene chiamato “Scateno” per l’irruenza e la propensione a litigare con i giornalisti e altri politici. Arrestato due volte e coinvolto in procedimenti giudiziari è stato poi assolto e, in un caso, il reato di cui era accusato è stato prescritto. De Luca è celebre anche per alcuni gesti piuttosto eclatanti. Nel 2007, quando era deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, si presentò in mutande alla sede della provincia di Messina per protestare contro i tagli della fornitura d’acqua alle Eolie. Un’altra volta, all’interno dell’assemblea regionale, si fece fotografare nudo, avvolto da una bandiera siciliana e con nella mano destra un pinocchio di legno e nella sinistra una Bibbia. Quella volta protestava per essere stato escluso dalla commissione bilancio dell’Ars.
De Luca cominciò a fare politica a 18 anni, nella Democrazia Cristiana, eletto nel consiglio comunale del suo paese, Fiumedinisi, in provincia di Messina. Ne divenne sindaco nel 2003, riconfermato nel 2008. Nel frattempo, nel 2006, era stato eletto all’Assemblea Regionale Siciliana con l’MPA, Movimento Per le Autonomie, fondato da Raffaele Lombardo. Sempre con l’MPA venne rieletto nel 2008. Tre anni dopo fu arrestato lui, suo fratello Tindaro, un funzionario del Comune e il presidente della Commissione edilizia. L’accusa era di aver utilizzato fondi pubblici destinati a opere di contenimento di un torrente a rischio esondazione per costruire invece un albergo a Fiumedinisi. Venne assolto sei anni dopo dalle accuse di abuso d’ufficio e falso mentre andò in prescrizione il reato di tentata concussione.
Lasciata l’MPA si candidò alla presidenza della regione Sicilia fondando il movimento Sicilia Vera. Il suo slogan era: “Io rivoluziono la Sicilia-Scateno De Luca”. Prese l’1,2% dei voti. Lo stesso anno si candidò a sindaco di Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, e venne eletto restando in carica fino al 2017. Tornò deputato dell’Ars nel 2017, eletto con l’Unione di Centro. Nello stesso anno venne arrestato di nuovo, questa volta per evasione fiscale. Fu assolto cinque anni dopo “perché il fatto non sussiste”.
Nel 2018 si candidò a sindaco di Messina con una coalizione di liste civiche di centro: arrivò secondo al primo turno ma vinse il ballottaggio con il 65% dei voti contro il candidato di centrodestra Dino Bramanti. Divenne l’unico sindaco d’Italia, assieme a Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, ad aver guidato tre città diverse. Da sindaco di Messina, all’inizio della pandemia da coronavirus, De Luca andò al porto di Messina per bloccare i passeggeri dei traghetti in arrivo in Sicilia. In quell’occasione insultò pesantemente la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che lo denunciò per vilipendio delle istituzioni. Fu condannato a pagare una sanzione di 1.500 euro.
La campagna elettorale di Cateno De Luca per le regionali 2022 è iniziata con un cammino partito da Fiumedinisi, il suo paese: ha attraversato a piedi 49 comuni e percorso 344 chilometri in dieci giorni. Quindi, da candidato, ha girato tutta la regione presentando i suoi “Dieci comandamenti programmatici” tra cui “Sicilia isola che fa largo ai giovani”, “Sicilia isola dell’imprenditorialità senza mafiosità”, “Sicilia isola della bellezza e della musica senza più superfetazioni”.
È divenuto celebre un video, girato a Furci Siculo, in provincia di Messina, che lo mostra mentre urla contro il sindaco del paese.