Le proteste contro il regime iraniano si allargano
Provocate dalla morte di Mahsa Amini, si sono estese a più di cento città: decine di persone sono state uccise e centinaia arrestate
Nell’ultima settimana in Iran le manifestazioni per la morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni morta in carcere a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo, si sono trasformate in qualcosa di diverso: ci sono state proteste contro la stessa polizia religiosa, contro le oppressioni del regime iraniano e contro il supremo leader religioso del paese, l’Ayatollah Ali Khamenei.
در ویدیویی که به دست ایران اینترنشنال رسیده، نیروهای امنیتی در اسفراین به سمت معترضی که در حال پاره کردن بنری حکومتی است، مستقیما شلیک میکنند pic.twitter.com/TT6f2DpD7h
— ايران اينترنشنال (@IranIntl) September 22, 2022
Nonostante la violenta repressione delle forze dell’ordine – testimoniata da immagini e video che sono circolati moltissimo nonostante un blocco di Internet in gran parte del paese – le eccezionali proteste che erano cominciate nel Kurdistan iraniano (la parte occidentale dell’Iran, dove viveva Amini) si sono estese a più di cento città. Secondo i gruppi per i diritti civili e le testimonianze raccolte dalla stampa, decine di persone che stavano partecipando alle proteste sono state uccise e altre centinaia sono state arrestate.
Al momento non è possibile confermare molte informazioni in maniera indipendente. Alcuni video verificati dal Washington Post però mostrano agenti di polizia sparare sui manifestanti e altri che usano armi che sparano vernice, per identificare le persone che partecipano alle proteste.
The regime’s security forces shoot and kill Iranian people on motor cycles. They are shooting while riding motorcycle. #Iran#IranProtests #MahsaAmini #مهساامینی #مهسا_امینی pic.twitter.com/ZvIsFtZ25M
— We Are Protestors (@WeAreProtestors) September 23, 2022
In alcuni casi, anche nella capitale Teheran, la polizia ha sparato verso le finestre delle case. A Rasht, nel nord del paese, gli agenti hanno lanciato lacrimogeni negli appartamenti, secondo alcune testimonianze raccolte dal New York Times. In alcuni casi i manifestanti hanno dato fuoco ad automobili e cartelloni pubblicitari in strada.
September 23 – Tehran, #Iran
Ekbatan district
Regime security forces shooting at residential homes#IranProtests2022 #MahsaAmini#مهسا_امینی pic.twitter.com/WQZniH8sU0— People's Mojahedin Organization of Iran (PMOI/MEK) (@Mojahedineng) September 23, 2022
– Leggi anche: Cos’è la polizia religiosa iraniana
Secondo il direttore di NNS Roj, un sito di notizie della provincia del Kurdistan iraniano, dopo giorni di scontri i manifestanti avrebbero preso il controllo della città di Oshnavieh, nel nord-ovest paese, e la polizia si sarebbe ritirata: alcuni video mostrano centinaia di persone marciare nelle strade della città e intonare slogan che invocano libertà.
Uno dei gesti di protesta più ripetuti negli ultimi giorni dalle donne iraniane nelle strade e nelle piazze è stato quello di togliere il velo: alcune lo hanno bruciato e altre si sono anche tagliate i capelli. Nel frattempo, oggi decine di studenti dell’università di Teheran hanno protestato intonando il coro «Morte al dittatore», rivolto a Khamenei.
#Iran: Today at Tehran University, chant: “Death to the dictator!
University students have been arrested all across the country as the government works to violently repress #IranProtests.
What world leaders should do now : https://t.co/xFVviC2MiA. #MahsaAmini
#مهسا_امینی pic.twitter.com/PrzSg5V10G— IranHumanRights.org (@ICHRI) September 24, 2022
Venerdì sera i media di stato iraniani hanno detto che nelle proteste sono state uccise almeno 35 persone, ma per la ong Iran Human Rights, che ha sede a Oslo (in Norvegia), i morti sarebbero almeno 50. Secondo le informazioni diffuse dall’agenzia di stampa Tasnim news, da quando sono cominciate le proteste sono state arrestate almeno 739 persone, tra cui 60 donne, molte delle quali si erano tolte il velo in segno di protesta.
These Iranian women are dancing without their headscarves in front of security forces in Saveh, central Markazi province. They are fearless.#Mahsa_Amini pic.twitter.com/smzCNe4pNZ
— Holly Dagres (@hdagres) September 23, 2022
La ong Committee to protect journalists, che si occupa della tutela della libertà di stampa, ha scritto che sono stati arrestati almeno 11 giornalisti: tra questi anche Niloofar Hamedi, cronista del quotidiano Shargh, il primo a diffondere notizie sul caso di Amini.
Tehran tonight…#MahsaAmini #Zhina pic.twitter.com/2BwT2Z9YRH
— Yashar Ali 🐘 (@yashar) September 23, 2022
In questi giorni sono state organizzate proteste anche davanti alle ambasciate e ai consolati iraniani di altri paesi, tra cui Libano, Germania, Turchia e Grecia.