Gli Stati Uniti allenteranno le sanzioni all’Iran per aiutare gli iraniani ad accedere a Internet, bloccato dopo le proteste per la morte di Mahsa Amini
In questi giorni il governo dell’Iran ha bloccato l’accesso a Internet in quasi tutto il paese, nel tentativo di contenere le eccezionali proteste per la morte di Mahsa Amini, avvenuta in carcere dopo che era stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo. Adesso gli Stati Uniti hanno annunciato un provvedimento per aiutare le società tecnologiche del paese a ripristinare il servizio e permettere alle persone iraniane di accedere alle informazioni online. Con questo provvedimento, annunciato venerdì dal segretario di Stato americano Antony Blinken, gli Stati Uniti aggireranno di fatto le sanzioni imposte all’Iran, che impediscono investimenti stranieri nelle società iraniane.
Blinken ha detto che «è chiaro che il governo iraniano ha paura del suo stesso popolo», e che gli Stati Uniti vogliono «assicurarsi che le persone iraniane non restino isolate e all’oscuro di tutto». Blinken ha quindi comunicato che il dipartimento del Tesoro americano ha autorizzato alcune transazioni relative all’uso di software e servizi tecnologici che erano vietate dalle sanzioni. Grazie a questi provvedimenti, secondo Blinken, gli Stati Uniti potranno «assistere gli iraniani nella resistenza contro la censura repressiva di Internet e gli strumenti di sorveglianza impiegati dal regime iraniano».
Mahsa Amini aveva 22 anni ed è morta il 16 settembre a Teheran. Sia la famiglia che molti manifestanti sostengono che la sua morte sia stata causata dalla polizia religiosa, che dopo l’arresto l’avrebbe picchiata fino a mandarla in coma. Il caso di Amini ha provocato ampie proteste rivolte contro la polizia religiosa e contro il regime iraniano, che sono state represse con violenza.
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