Secondo la ong Iran Human Rights, sono almeno 50 le persone uccise nelle grosse proteste per la morte di Mahsa Amini in Iran
Secondo la ong Iran Human Rights, che ha sede a Oslo (in Norvegia), sono almeno 50 le persone uccise nelle grosse proteste in corso in Iran per la morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni morta in carcere a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo. In base alle stime precedenti, i morti durante le proteste erano almeno 31: Iran Human Rights ha detto che sei persone sono state uccise giovedì sera a Rezvanshahr, nel nord del paese, mentre altre sono morte a Babol e Amol, sempre nel nord. Al momento la stima ufficiale delle autorità iraniane è di 17 morti, tra cui 5 agenti di polizia.
Le ampie proteste di questi giorni sono rivolte contro la polizia religiosa e contro il regime iraniano: una situazione inedita ed eccezionale per l’Iran, il cui governo è controllato da un regime estremamente conservatore guidato da religiosi sciiti. Le manifestazioni erano cominciate nel Kurdistan iraniano (la parte occidentale dell’Iran, dove viveva Amini) e si sono estese in gran parte del paese, compresa la capitale Teheran. La polizia ha risposto con violenza, anche sparando sui manifestanti.
Le donne stanno avendo un ruolo centrale nella protesta: da giorni circolano video di iraniane che bruciano il proprio velo e si tagliano i capelli in luoghi pubblici, eventi eccezionali in un paese in cui il dissenso è sistematicamente represso dal regime. Giovedì il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto che sulla morte di Amini, avvenuta il 16 settembre, sarà svolta una indagine «rapidamente», ma ha anche condannato gli «atti di caos» che secondo lui stanno compiendo i manifestanti.
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