Meno del 2% degli uomini ha un pene più piccolo rispetto alla norma
Lo spiega il nuovo libro dell'urologo e andrologo Nicola Macchione, citando i comuni errori di valutazione sulle dimensioni
Con la rinnovata diffusione dei temi femministi nel dibattito pubblico degli ultimi anni sono stati pubblicati molti nuovi libri sulle esperienze femminili, e tanti riguardano la sessualità, il sesso e gli organi coinvolti. Nel 2018 è uscito Il libro della vagina, seguito l’anno dopo da Vengo prima io, e poi da Piacere mio, La vagina felice e Pussypedia, solo per citarne alcuni. Sono più rari invece i libri divulgativi sul sesso rivolti principalmente agli uomini o che parlino anche della sessualità maschile, ma Fabbri ne ha appena pubblicato uno: si intitola Il sesso semplice. Il sesso che siamo e quello che facciamo, spiegati in modo semplice e intuitivo e lo ha scritto l’urologo e andrologo Nicola Macchione, curatore del profilo Instagram @md_urologist.
Il sesso semplice parla sia di vagine che di peni, oltre che di clitoridi e testicoli, e anche di orgasmi, riproduzione, contraccezione, malattie sessualmente trasmissibili e via dicendo. Spiega per quali ragioni di solito gli uomini si rivolgono a un andrologo, racconta gli ostacoli psicologici che molti devono affrontare per farlo e cerca di rispondere in modo generale alle domande che spesso vengono fatte ai motori di ricerca. Tra queste anche quelle relative alle dimensioni del pene: pubblichiamo un estratto del libro su questo tema.
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Il nostro antenato che migliaia di anni fa si è sollevato sulle zampe anteriori, conquistando la posizione eretta, si è assicurato numerosi vantaggi in termini evolutivi e anche un piccolo svantaggio. Per la prima volta, infatti, mostrava i propri genitali esponendoli alla vista dei suoi simili. È stato quello il momento in cui ci si è accorti che non siamo tutti uguali. Da lì a confrontare le infinite variazioni sul tema con occhio giudicante, il passo è stato breve.
Le dimensioni dei genitali sono diventate per l’essere umano un tema non indifferente, tanto da finire persino nei testi d’ispirazione sacra. Il profeta Ezechiele nel suo libro menziona una prostituta che descrive i propri amanti egizi, scendendo apertamente in coloriti dettagli: i loro genitali sarebbero stati simili a quelli degli asini.
Ovviamente anche nel Kamasutra si parla di dimensioni, dividendo gli uomini in tre categorie: lepre per chi sta tra i 5 e i 7 cm in erezione, toro tra i 10 e i 15 cm e cavallo tra i 18 e i 20 cm. In pochi, in Occidente, hanno dato sfoggio della stessa franchezza e per secoli l’argomento è stato accuratamente evitato.
Studi recenti condotti su significativi campioni statistici rivelano che circa un uomo eterosessuale su due non è soddisfatto delle dimensioni dei propri genitali, ritenendo che il proprio pene sia troppo piccolo. La stessa domanda rivolta al partner dà risultati diversi, con un 85% di donne che si dichiara soddisfatta delle misure del compagno. La grande incertezza maschile sulle dimensioni deriva probabilmente dal ruolo preponderante che la pornografia si è ritagliata nella nostra società. Educarsi alla sessualità attraverso i porno dà un’idea distorta e poco corretta di cosa sia «regolare».
Se non è il porno, è il confronto: ma valutare le proprie dimensioni comparandole a quelle altrui – immaginate la tipica situazione da spogliatoio dopopartita – dà un’idea ben poco precisa, perché non permette di valutare se il pene della persona che vi trovate davanti sia un grower o uno shower, termini coniati per descrivere due differenti tipi di risposta del pene alla stimolazione.
• Grower, che cresce: è un pene che in erezione aumenta le dimensioni di almeno 4 centimetri.
• Shower, che si mostra: al contrario non muta sensibilmente le dimensioni con l’insorgere dell’eccitazione.
Tra le due categorie ci sono sfumature, ovviamente. Il punto in fatti non è definire categorie, ma sapere che confrontare se stessi con gli amici nello spogliatoio del campetto per capire se il vostro pene è abbastanza lungo non è una buona idea. Prima, dovreste al meno scoprire se i vostri amici sono grower o shower, appunto.
E poi, c’è un problema di prospettiva. Il punto di osservazione da cui ammirerete un pene altrui ve lo farà sempre apparire più grande rispetto a quello che vedrete abbassando gli occhi per osservare i vostri genitali. Si tende spesso a sottovalutare il problema legato al punto di vista, che invece rimane preponderante quando si tende a confrontare il proprio organo genitale con quello dei propri simili. Guardarlo frontalmente e guardarlo dall’alto verso il basso cambia di gran lunga la percezione. Se non ci credete, fate una prova con lo specchio; il vostro pene allo specchio apparirà molto più grande di come siete abituati a vederlo quotidianamente. La visione frontale vi offre un punto di vista più oggettivo rispetto alla visione dall’alto.
Chiarito l’aspetto prospettico e quello anatomico, capiamo cosa dovremmo aspettarci quando, armati di metro, misuriamo le nostre insicurezze. A oggi i dati provenienti dal più importante studio – un gruppo di ricercatori ha esaminato il pene di 15.521 uomini – ci dicono che la misurazione media del pene a riposo è di circa 9 centimetri (+/ 1,5 centimetri), mentre in erezione sta di poco sopra i 13 cm (+/ 2 centimetri). La circonferenza media da flaccido è di 9 centimetri (+/ 1 centimetro) e in erezione è di 11 centimetri (+/ 1 centimetro). Da questo studio sappiamo che meno del 2% degli uomini ha un pene più piccolo rispetto alla norma. La condizione più severa, ma anche più rara, è quella del micropene che ha una lunghezza inferiore ai 5,2 centimetri.
Di questo studio potete fidarvi, perché i ricercatori inglesi hanno personalmente misurato gli organi genitali, per ridurre al minimo possibili bias legati al problema della desiderabilità sociale. Gli individui tendono a sottovalutare tutto ciò che è indesiderabile e a sopravvalutare quello che è desiderabile, e in una società fallocentrica come la nostra capita spesso che le misure riferite siano scarsamente realistiche, andando a inquinare gli studi. Altro fattore critico è la modalità di misurazione. I colleghi inglesi hanno preferito standardizzare la metodica utilizzando la BPEL (Bone Pressed Erect Length) ovvero la misurazione che dorsalmente va dall’osso pubico alla punta del glande, oppure la BPFL (Bone Pressed Flaccid Length) dove la misurazione viene eseguita a pene flaccido. La circonferenza, invece la si valuta al punto di diametro maggiore, che solitamente è alla base, ma non per tutti.
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