Una canzone di Finneas

Il mondo è spacciato, ma canticchiando

(Amy Sussman/Getty Images)
(Amy Sussman/Getty Images)
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Ieri ha compiuto 70 anni Nile Rodgers, Nile Rodgers degli Chic o – per i più giovani – Nile Rodgers dei Daft Punk . Qualche giorno prima aveva suonato allo Hollywood Bowl con i Duran Duran.
C’è una bella intervista a Robert Fripp – Robert Fripp dei King Crimson – sul New York Times , in cui lui racconta la sua “svolta frivola” dei video con sua moglie Toyah, di cui parlammo assai qui durante il lockdown.
Sabato chiudiamo Talk del Post a Faenza con una conversazione e un po’ di canzoni insieme a Francesco Bianconi (io solo la conversazione, le canzoni lui).

The kids are all dying
Finneas

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Mi piace l’inizio, come dice “bang bang”, e poi è una canzone tutta divertente da canticchiare e fare su e giù con la testa. Lui è noto soprattutto per essere “il fratello di Billie Eilish”, ma non è una definizione diminuente: è noto infatti per essere “il fratello di Billie Eilish a cui va il merito di molte cose di Billie Eilish”. Ha 25 anni, fa l’autore pop e il produttore, ma ha anche pubblicato questo primo disco suo un anno fa: beneficiando di attenzioni non da esordiente, ma senza raccogliere grandissimi apprezzamenti, benché alcune cose fossero buone e piacevoli.

E una era questa, ricca di invenzioni melodiche diverse e di sapienti assonanze e consonanze nel testo, che mettono in secondo piano il tentativo di riflessioni “politiche”: che non sono una cattiva idea – il mondo è spacciato, e noi inermi e spaesati, ma anche pigri e desiderosi di rimuovere e di vivere da cicale – anche se espressa con qualche ingenuità, su cui in molti gli hanno piantato grane: magari anche perché hanno avuto paura di riconoscersi.
Un messaggio che non dica con condiscendenza che noi siamo buoni e i cattivi sono altri non ottiene mai grandi consensi, che sia una canzone o una campagna elettorale.
E tutto dentro un disco che si chiama – con deliberata ironia – Optimist .

So shut up, the internet is mad
They say you’re problematic and you better take it back
There’s nothing you can do that pеople won’t misunderstand
They won’t feel any bеtter ‘til you feel bad
And good God, we never catch a break
Whatever’s on the news, the other side’ll call it fake
I wish I was the Queen, I’d tell ‘em all to eat their cake
Maybe humankind was just God’s mistake

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