A Belgrado sono stati arrestati oltre 60 attivisti di destra dopo gli scontri con la polizia durante l’EuroPride
La polizia serba ha arrestato più di 60 persone che sabato, a Belgrado, hanno manifestato contro migliaia di attivisti LGBT+ riuniti per l’EuroPride, l’evento europeo promosso dai movimenti che difendono i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali.
Il pride era stato vietato dal ministro dell’Interno Aleksandar Vulin per questioni di sicurezza dopo che gruppi di destra avevano minacciato di organizzare una protesta contro la manifestazione. Il corteo si è comunque tenuto con un’ingente scorta di poliziotti in assetto antisommossa e un percorso più breve rispetto al previsto. In diverse zone del centro gruppi di nazionalisti omofobi, sostenuti dalla Chiesa ortodossa, hanno inveito contro i partecipanti al pride mostrando croci, icone e cartelli con simboli religiosi. Ci sono stati scontri con la polizia a cui sono seguite decine di arresti.
La premier serba Ana Brnabić, omosessuale, ha detto che sabato 64 persone sono state arrestate e 10 agenti di polizia sono stati feriti, ma ha sottolineato di essere «orgogliosa» che la giornata si sia conclusa «senza incidenti di rilievo». Il matrimonio gay non è legalmente riconosciuto in Serbia, dove l’omofobia rimane radicata nonostante alcuni limitati e recenti progressi.