Papa Francesco ha detto che armare l’Ucraina può essere «moralmente» accettato
Ha detto che difendersi «è lecito», e ha aggiunto che in guerra bisogna comunque dialogare, anche se «puzza»
Durante il volo di rientro dalla sua visita in Kazakistan, dove ha partecipato a una importante conferenza interreligiosa, giovedì Papa Francesco ha parlato con i giornalisti della guerra in Ucraina, esprimendosi in maniera un po’ più netta di come aveva fatto in passato su temi molto complessi, tra cui il diritto alla difesa e l’utilizzo delle armi. Il Papa ha detto che difendersi di fronte agli aggressori «non è solo lecito, ma anche un’espressione di amore alla patria» e ha sostenuto l’importanza del dialogo tra le parti coinvolte in una guerra, anche se dialogare con l’aggressore «puzza». Rispondendo al giornalista tedesco Rüdiger Kronthaler, che gli aveva chiesto se secondo lui in questo momento fosse opportuno dare le armi all’Ucraina, Papa Francesco ha poi detto:
Questa è una decisione politica, che può essere morale, moralmente accettata se si fa con le condizioni di moralità, che sono tante e poi possiamo parlarne. Ma può essere immorale se si fa con l’intenzione di provocare più guerra, o di vendere le armi, o di scartare le armi che a me non servono più.
Secondo il Papa, è «la motivazione che in gran parte qualifica la moralità di questo atto»: «Chi non si difende, chi non difende qualcosa, non la ama, invece chi difende, ama», ha aggiunto, continuando poi a sottolineare che «si dovrebbe riflettere più ancora sul concetto di guerra giusta».
A proposito della possibilità di portare avanti un dialogo con la Russia, su cui in passato aveva espresso posizioni un po’ ambigue, pur condannando l’invasione, Papa Francesco ha detto che dialogare «è difficile», ma bisogna comunque farlo «perché c’è sempre la possibilità che nel dialogo si possano cambiare le cose». Imitando il gesto con cui ci si tappa il naso, il Papa ha detto che il dialogo non va escluso «con qualsiasi potenza, che sia in guerra, che sia l’aggressore. A volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare, “puzza” ma si deve fare», altrimenti si chiude quella che ha definito come «l’unica porta ragionevole per la pace». Poi può non essere accettato, ma «va fatto sempre, almeno offerto», ha concluso.
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