Sappiamo ancora poco del rapporto sulle interferenze russe
E i partiti italiani chiedono che si faccia chiarezza quanto prima, viste le ripercussioni che potrebbe avere sulle elezioni
Si sa ancora molto poco del rapporto inviato nei giorni scorsi dal dipartimento di Stato americano alle ambasciate di vari paesi alleati, secondo cui dal 2014 a oggi la Russia avrebbe speso più di 300 milioni di dollari per finanziare partiti politici di decine di paesi stranieri. Non si sa soprattutto quali paesi siano coinvolti nei tentativi di interferenze, e se tra questi ci sia anche l’Italia. Nel frattempo vari partiti italiani stanno chiedendo al governo che faccia chiarezza il prima possibile, anche per via delle possibili ripercussioni che un’eventuale presenza di partiti italiani nel rapporto potrebbe avere sulle elezioni del 25 settembre.
Mercoledì il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare che controlla il lavoro dei servizi segreti, ha detto di averne parlato con Franco Gabrielli, sottosegretario con delega ai servizi di intelligence italiani, e che «al momento non esistono notizie che ci sia l’Italia tra i paesi coinvolti». Urso ha aggiunto però che «è evidente che l’ingerenza straniera esiste e che Russia e Cina tentano di delegittimare in vari modi le nostre democrazie e noi dovremo contrastarle».
Non è così secondo una fonte definita “autorevole” e a conoscenza dei fatti interpellata da Repubblica, per cui ci sarebbe anche l’Italia tra i paesi coinvolti, ed «è possibile che il nostro governo e i servizi di intelligence non siano ancora stati informati dei dettagli». La versione riportata da Repubblica non è stata commentata dal governo, e non ci sono conferme terze al riguardo.
Il fatto che il governo non ne sia a conoscenza diretta deriva dal fatto che il rapporto non era stato inviato dal dipartimento di Stato direttamente ai governi stranieri, ma alle ambasciate, come documento classified, cioè riservato e coperto da vincolo di segretezza. L’esistenza del rapporto era stata comunicata il 13 settembre da un importante funzionario del governo americano, in forma anonima, e confermata dal portavoce del dipartimento di Stato Ned Price. Senza entrare nei dettagli del rapporto, Price aveva detto che il documento provava un tentativo della Russia di interferire nelle elezioni di alcuni paesi, che aveva definito «un attacco alla loro sovranità».
Il fatto che la notizia del rapporto sia stata pubblicata a pochi giorni dalle elezioni politiche in Italia ha ovviamente causato un grosso dibattito tra i partiti politici italiani, che hanno chiesto che ne vengano quanto prima diffusi i contenuti e che il governo faccia chiarezza al riguardo. Lo ha chiesto in particolare il PD, secondo cui nel rapporto potrebbero esserci prove di finanziamenti illeciti della Russia alla Lega: è noto infatti da anni lo stretto rapporto tra la Lega e il partito del presidente russo Vladimir Putin.
Il segretario del PD Enrico Letta ha chiesto «al governo italiano di dare le informazioni, e che il Copasir intervenga: è fondamentale che prima delle elezioni l’opinione pubblica sappia se ci sono partiti politici che hanno preso posizioni di sostegno alla Russia perché sono stati pagati dalla Russia stessa in tutta questa operazione». Anche il M5S ha chiesto che venga immediatamente avviata un’indagine da parte del Copasir, e il leader del partito Giuseppe Conte ha espresso una certa preoccupazione «per il fatto che la parte finale della campagna elettorale possa essere inquinata da fattori esterni».
La Lega ha risposto prima in una nota, in cui ha detto che «l’unica certezza è che a incassare denaro dal Cremlino è stato prima il Partito Comunista Italiano e in epoca recente La Repubblica, che per anni ha allegato la rivista Russia Oggi», e ha detto che querelerà chiunque accusi il partito di aver ricevuto finanziamenti illeciti dalla Russia. Poi il segretario Matteo Salvini ha aggiunto durante un’intervista alla radio RTL che «l’unica cosa che portai a casa da Mosca quando andai per lavoro fu per mia figlia un pericoloso e sovversivo personaggio dei cartoni, Masha e Orso».
Richieste di chiarimenti sul rapporto sono arrivate però anche da partiti di centrodestra. Guido Crosetto, tra i principali esponenti di Fratelli d’Italia, ha scritto su Twitter che «per evitare che la notizia sia strumentalizzata, occorre sapere se l’Italia è nell’elenco ed avere i nomi, se esistono. Perché è alto tradimento». La leader del partito Giorgia Meloni ha invece detto che «sono tutte verificabili le nostre forme di finanziamento: sono certa che Fratelli d’Italia non prenda soldi da stranieri» e ha annunciato che querelerà Repubblica per un’intervista all’ex ambasciatore americano alla NATO, Kurt Volker, in cui quest’ultimo alludeva a un possibile coinvolgimento di Fratelli d’Italia nel rapporto dell’intelligence.
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