Dall’Italia di Pozzecco ci si può aspettare di tutto
Contro la Serbia il carismatico allenatore della Nazionale di basket si è fatto espellere a metà partita: e forse la vittoria è passata di lì
A inizio giugno l’inaspettata sostituzione di Romeo Sacchetti, l’allenatore che aveva riportato la Nazionale maschile alle Olimpiadi dopo diciassette anni di assenza, aveva lasciato parecchie perplessità nell’ambiente del basket italiano. La successiva nomina di Gianmarco Pozzecco, tra i più famosi cestisti italiani tra gli anni Novanta e Duemila, ora allenatore e ritenuto da alcuni «un quasi debuttante senza risultati di rilievo in campo internazionale», ne aveva generate altre.
Dall’esordio di Pozzecco — una sconfitta in amichevole contro la Slovenia — sono passati meno di tre mesi e una dozzina di partite giocate. È ancora poco per valutare la sua gestione, ma dopo le prime sconfitte subite contro avversari superiori come Slovenia, Francia e Serbia, la Nazionale si è avvicinata alla qualificazione ai prossimi Mondiali e in questi giorni è in piena corsa nella fase finale degli Europei.
Dopo aver passato i gironi con qualche difficoltà — in particolare nella deludente sconfitta contro l’Ucraina — e grazie alla vittoria nel penultimo turno contro un avversario difficile come la Croazia, agli ottavi di finale è riuscita a eliminare la Serbia vice campione d’Europa, considerata la netta favorita per il passaggio del turno: è stata insomma una delle vittorie più importanti e sorprendenti nella storia recente del basket italiano.
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Nel palazzetto di Berlino in cui si stanno giocando gli Europei, Pozzecco è stato espulso durante il terzo quarto, a partita ancora aperta. Ha protestato per un fischio arbitrale discutibile ma marginale, ed è stato sanzionato con il secondo fallo tecnico della sua partita. È uscito dal campo piangendo, dopo aver abbracciato tutti, giocatori e staff (e persino l’ex giocatore serbo Predrag Danilović, incrociato in tribuna). Per la sua incapacità di controllarsi, e per aver lasciato la squadra da sola in campo in un momento in cui peraltro l’Italia stava giocando molto bene e aveva dalla sua l’inerzia della partita, è stato criticato anche dal commentatore di Sky Sport, Flavio Tranquillo.
Ma come ha spiegato lo stesso Tranquillo, se l’Italia era arrivata a quel punto degli Europei e della partita contro la Serbia il merito era in buona parte del carattere di Pozzecco, che notoriamente comprende anche comportamenti impulsivi e poco spiegabili come le proteste in occasione dell’espulsione. Per battere un’avversaria più forte come la Serbia, per giunta senza l’infortunato Danilo Gallinari, l’Italia ha dovuto giocare una partita impeccabile e sopperire all’inferiorità tecnica e fisica con un atteggiamento mentale e una determinazione fuori dal comune. Imprese del genere riescono normalmente solo a gruppi estremamente affiatati e motivati, ed è questo uno dei meriti riconosciuti a Pozzecco in questi giorni.
Poco prima della fine della partita, rientrato dagli spogliatoi dai quali aveva dovuto seguire la seconda metà della partita, Pozzecco si è inginocchiato tra i seggiolini per esultare, urlando e venendo quasi alle mani con i collaboratori che cercavano di calmarlo. Al fischio finale ha provato a entrare in campo ma è stato fermato da altri membri dello staff per evitare di subire squalifiche, dato che da espulso non gli era più consentito tornarci. Poi nei corridoi del palazzetto ha incrociato il greco Giannis Antetokounmpo, la cui partita iniziava dopo Italia-Serbia, e gli è saltato in braccio dicendogli: «Ti amo».
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La vittoria ha mostrato i diversi aspetti della personalità di Pozzecco, quelli per cui è noto fin da quando era giocatore: un playmaker atipico alto solamente 1 metro e 80 centimetri ma spinto da intuito, inventiva ed esplosività. Così riuscì ad arrivare ai più alti livelli del basket italiano, a vincere un campionato con Varese e un argento olimpico ad Atene, sempre in modo abbastanza movimentato. «Non c’è stata una domenica sera in cui io non abbia fatto l’alba con un drink in mano. Spesso molto tegolo, o meglio, come diciamo noi, tegolo duro. Chissà quanti di voi mi hanno visto all’Hollywood a Milano con due bicchieri in mano e la sigaretta in bocca. Ma gli altri giorni della settimana dov’ero? Quando voi uscivate a sbronzarvi di nuovo il venerdì o il sabato sera? Ve lo dico io: a casa!» ha scritto nella sua autobiografia pubblicata due anni fa.
Quando si parla di lui si parla di talento, passione e conoscenza del gioco, ma anche, inevitabilmente, di temperamento e di un carattere spesso sopra le righe, specialmente dentro i palazzetti, con le sue famose scenate a bordo campo o in conferenza stampa, tra sfuriate, urla e bestemmie che ora in Nazionale non potrebbero essere altrettanto tollerate.
È anche per questi motivi che, in accordo con la federazione, nel suo nuovo ruolo di commissario tecnico si è circondato di assistenti fidati e più esperti di lui, come Carlo Recalcati, già allenatore dell’Italia dal 2001 al 2009, che proprio con Pozzecco vinse alcuni dei suoi tanti titoli in carriera.
Pozzecco non ha mai nascosto i suoi difetti e non lo sta facendo nemmeno da quando è alla guida della Nazionale, anzi ne parla quasi con rassegnazione, sapendo di non riuscire a restare entro certi limiti quando le cose si scaldano.
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Si era commosso alla sua prima conferenza stampa, durante gli inni prima di Italia-Slovenia — peraltro giocata nella sua città, Trieste — e alla sua presentazione aveva detto: «Non esiste un altro piano rispetto alla voglia di vivere una grande emozione. Da giocatore avevo solo una soluzione: diventare incredibile. E ce l’ho fatta. Quando sono incredibile divento verde, come Hulk. Ho imparato a gestire questi momenti, ma non potrete chiedermi di non tornare più verde come Hulk».
Dopo la vittoria contro la Serbia, aiutata dai 62 punti messi insieme da Nicolò Melli, Simone Fontecchio e Marco Spissu — un “fedelissimo” di Pozzecco da quando quest’ultimo lo ha allenato alla Dinamo Sassari — mercoledì l’Italia si giocherà i quarti, e quindi l’accesso alle semifinali degli Europei. L’avversario sarà ancora più impegnativo: la Francia vice campione olimpica, che proprio alle Olimpiadi eliminò l’Italia. Il livello degli avversari è tenuto alto in particolare dai due giocatori di NBA presenti in rosa, Rudy Gobert, uno dei migliori difensori del campionato, e Evan Fournier dei New York Knicks.
«Dobbiamo affrontare la Francia, probabilmente la Slovenia ed eventualmente la Grecia. Ci aspettano quindi Rudy Gobert, Luka Dončić e Giannis Antetokounmpo, quindi è meglio non pensare» ha detto Pozzecco a Sky Sport nella stessa intervista in cui si è fatto ridare la sua carta di credito, concessa senza limiti di spesa ai giocatori dopo la vittoria di domenica.