L’importanza della vittoria ucraina a est
La liberazione di un'ampia parte di territorio ha mostrato tutte le difficoltà dell'esercito russo, e che le armi occidentali servono
La controffensiva dell’esercito ucraino nel nord-est del paese è di gran lunga il più importante sviluppo nella guerra da quando, a marzo, l’esercito russo si era ritirato dalla capitale Kiev. È anche una vittoria molto importante per l’Ucraina, definita «una svolta» per l’intera guerra. La controffensiva ha mostrato che l’esercito ucraino, con l’adeguato sostegno di armi occidentali, è perfettamente in grado di riconquistare ampie porzioni di territorio, e che l’esercito russo, al contrario, si trova attualmente in un momento di grave crisi.
Il successo eccezionale della controffensiva a nord-est pone comunque delle questioni per il comando militare ucraino: nei prossimi giorni l’Ucraina dovrà decidere se proseguire nell’azione militare, penetrando ancora più a est approfittando dello sbando delle truppe russe, se avviare una nuova offensiva in un’altra area oppure se accontentarsi delle conquiste già fatte, e concentrarsi sul loro rafforzamento.
La capacità dell’esercito ucraino di sfondare le linee di difesa russe e avanzare rapidamente ha sorpreso la maggior parte degli analisti: fino a poche settimane fa, tutti gli esperti di questioni militari concentravano le proprie attenzioni a sud, dove il governo ucraino aveva annunciato una controffensiva all’inizio dell’estate, e ritenevano che il fronte a nord-est fosse di fatto bloccato.
Era probabilmente quello che gli strateghi militari ucraini hanno voluto far credere all’esercito russo: la Russia negli ultimi mesi ha spostato soldati e mezzi a sud, convinta che l’Ucraina avrebbe cercato di riconquistare la città meridionale di Kherson. I russi erano convinti che il fronte nord-est fosse sicuro, e questo ha consentito agli ucraini di sfondare agilmente le loro difese: l’offensiva è cominciata martedì 6 settembre, e domenica gli ucraini avevano già liberato enormi porzioni di territorio (tra i 3.000 e gli 8.000 chilometri quadrati, a seconda delle ricostruzioni), costringendo i russi a una fuga precipitosa, in cui spesso hanno abbandonato armi, artiglieria e munizioni.
Attualmente, l’esercito ucraino ha raggiunto il confine con la Russia a nord, mentre a est ha riconquistato quasi tutta la regione di Kharkiv, tranne le parti più orientali. L’animazione qui sotto, fatta usando mappe del centro studi Institute for the Study of War, mostra chiaramente l’enorme portata della conquista.
The latest map update from @criticalthreats and @TheStudyofWar shows that Ukraine's counteroffensive has driven Russian forces almost entirely out of Kharkiv Oblast. pic.twitter.com/gGXLVPMlTH
— Brady Africk (@bradyafr) September 12, 2022
Il successo della controffensiva è fondamentale per varie ragioni. Le conquiste a nord, dove gli ucraini hanno spinto l’esercito russo oltre il confine, consentono all’Ucraina di proteggere la città di Kharkiv, che da mesi subisce bombardamenti d’artiglieria da parte delle forze russe: allontanando la linea del fronte dalla città, gli ucraini l’hanno resa meno esposta agli attacchi dell’artiglieria russa.
I vantaggi più importanti però sono a est, dove negli ultimi giorni l’esercito ucraino ha conquistato due città importanti, Izyum e Kupiansk, due grossi centri ferroviari e di trasporto.
Per Izyum e Kupiansk, lungo l’asse nord-sud, passava la via di trasporto che dalla Russia portava rifornimenti e munizioni all’esercito russo sul fronte orientale. Da Izyum, in particolare, sarebbe dovuta partire la grossa operazione che avrebbe consentito alla Russia di completare la conquista della regione di Donetsk. Ora che la città è perduta, le possibilità di avanzata della Russia si riducono molto.
#Kharkiv Update:
The #Russian Ministry of Defense’s September 11 briefing map confirmed that Russian forces are withdrawing from settlements around Kharkiv City, from northern Kharkiv Oblast, and settlements on the western bank of the #Oskil River. /1https://t.co/c0t0qKlltX pic.twitter.com/9xAHIKHTDn
— ISW (@TheStudyofWar) September 12, 2022
Vari racconti dal fronte, inoltre, sostengono che i soldati russi sul fronte orientale siano in enorme difficoltà: in varie occasioni sono stati accerchiati, in altre sono fuggiti abbandonando armi e munizioni, in altre ancora gli ucraini sono riusciti ad avanzare nelle città incontrando scarsissima resistenza, perché i russi erano fuggiti prima.
L’obiettivo dell’esercito russo, confermato anche dal ministero della Difesa, è ora di creare una nuova linea difensiva sulla riva occidentale del fiume Oskil, ma non è affatto detto che i russi riusciranno a tenerla: potrebbero non essere abbastanza, perché l’esercito è a corto di soldati, che spesso sono esausti perché le rotazioni non sono sufficienti.
Allo stesso tempo gli ucraini sono carichi e lanciati: è piuttosto probabile che, se decidessero di avanzare ancora a oriente, riuscirebbero a conquistare altro territorio.
Questa situazione pone una serie di questioni per il comando militare ucraino. Continuare nell’avanzata approfittando della spinta attuale potrebbe essere un’opzione, ma si corre il rischio di allungare troppo le linee logistiche di approvvigionamento, esponendo le forze sul fronte ad attacchi laterali, o al rischio che l’arrivo dei rifornimenti sia interrotto o rallentato da attacchi russi: è l’errore che commise l’esercito russo all’inizio della guerra, quando si spinse troppo in profondità nel territorio ucraino rendendosi vulnerabile ad attacchi.
Ross Douthat, commentatore del New York Times, ha anche notato che i comandi ucraini devono essere abili nell’evitare che la ritorsione della Russia davanti all’umiliazione o alla sconfitta diventi sproporzionata e irrazionale. La possibilità è che l’esercito russo decida di lanciare un attacco con armi nucleari tattiche (cioè a bassa potenza distruttiva, ma pur sempre nucleari), o di avviare la mobilitazione generale della sua popolazione.
Entrambe le possibilità per ora sembrano estremamente lontane. Un attacco nucleare sarebbe potenzialmente disastroso e il regime del presidente russo Vladimir Putin sembra deciso a mantenere la vita dei cittadini il più normale possibile: domenica, mentre l’esercito ucraino avanzava, Putin a Mosca stava inaugurando una ruota panoramica.
Un’altra possibilità, citata per esempio dall’Economist, è che l’esercito ucraino avvii un’offensiva in un’altra area: a Kherson, a sud, oppure a Zaporizhzhia, a sud-est, sempre con l’obiettivo di arrivare, da due direzioni diverse, a raggiungere il mar Nero.
Le conquiste territoriali rafforzano molto le posizioni dell’Ucraina anche nei confronti dell’Occidente: per mesi il governo ucraino aveva chiesto agli Stati Uniti e ai paesi europei di inviare armi e munizioni, garantendo che con il giusto equipaggiamento l’esercito sarebbe stato in grado di avere la meglio sui russi sul campo. Per mesi, in varie parti dell’Occidente, come per esempio in Italia, politici e commentatori hanno sostenuto che fosse impossibile per gli ucraini sconfiggere il potente esercito russo, e che dunque anche inviare armi offensive fosse di fatto una perdita di tempo. Gli ucraini hanno dimostrato che non lo è, usando appieno l’artiglieria e i mezzi inviati finora.