Trump pensa ancora a Giuseppe Conte
Commentando le elezioni italiane con Repubblica lo ha definito «una gran brava persona», dimostrandosi poco interessato a Salvini
Domenica pomeriggio, a un incontro di raccolta fondi del partito Repubblicano nel New Jersey, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto qualche commento sulle imminenti elezioni politiche italiane rispondendo a una domanda del giornalista di Repubblica Paolo Mastrolilli. Trump si è mostrato particolarmente interessato al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che era presidente del Consiglio durante la sua presidenza e con il quale si era incontrato diverse volte. Trump ha chiesto: «Come sta andando il mio amico? [How is my guy doing?]».
Quando Mastrolilli ha chiesto se Trump si riferisse proprio a Conte, lui ha aggiunto: «Giuseppe, sì, Giuseppe. Ho lavorato bene con lui, spero che faccia bene». Alla domanda su cosa ne pensasse di Salvini, che è notoriamente un suo estimatore, Trump è stato un po’ vago: «Non lo so, non lo so. Però Conte è davvero una gran brava persona». Non è la prima volta che Trump sembra snobbare Salvini. Nel 2016 aveva creato degli imbarazzi alla Lega quando per qualche motivo aveva smentito di averlo incontrato a un evento della campagna elettorale per le presidenziali, nonostante ci fossero perfino delle foto di loro due insieme.
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Nel periodo in cui entrambi erano leader dei propri paesi, Trump e Conte avevano invece sviluppato un apparente rapporto di amicizia. Il presidente statunitense aveva dedicato in più occasioni dei tweet di stima a Conte, compreso quello diventato piuttosto famoso in cui l’aveva chiamato “Giuseppi”. In un’altra occasione, durante la pandemia, aveva annunciato di averlo chiamato di persona per dargli notizia di un accordo per l’invio di materiale chirurgico e ospedaliero dal valore di 100 milioni di dollari: «Giuseppe was very very happy», aveva scritto Trump. Mastrolilli ha anche ricordato di quando ad un pranzo organizzato dalle Nazioni Unite Trump aveva ordinato di cambiare l’ordine dei posti perché voleva stare seduto vicino a Conte.
A sua volta Conte ha dimostrato in passato una certa apertura e disponibilità nei confronti di Trump. Nell’ottobre del 2019 fu ad esempio criticato per aver autorizzato due incontri ritenuti molto irrituali tra i capi dei servizi segreti italiani e William Barr, l’allora procuratore generale statunitense, inviato da Trump per cercare le prove di un fantasioso complotto ai suoi danni. La vicenda riguardava il famoso caso delle email sottratte con un attacco informatico al Partito Democratico statunitense e alla sua candidata alle elezioni presidenziali del 2016, Hillary Clinton. Gli investigatori statunitensi avevano scoperto imbarazzanti collegamenti tra i membri del comitato elettorale di Trump e il governo russo, mentre Trump sosteneva che l’intera faccenda delle mail rubate non fosse altro che una trappola.
Più recentemente però Conte ha dato segnali di voler prendere le distanze da Trump, probabilmente per ragioni di convenienza elettorale. Il Movimento 5 Stelle sta infatti cercando di riguadagnare parte dei voti persi negli ultimi anni insistendo su temi più cari ai progressisti. Tra le altre cose ha recentemente sostenuto di non augurarsi un ritorno di Trump come presidente degli Stati Uniti: «no, non faccio il tifo per Trump».
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