La Germania terrà aperte due delle sue ultime tre centrali nucleari
Ritarderà di alcuni mesi la fine del piano di dismissione di tutti gli impianti del paese, per far fronte alla crisi del gas
Lunedì il governo tedesco ha annunciato che terrà aperte due delle ultime tre centrali nucleari rimaste attive nel paese: l’obiettivo è garantire una riserva d’emergenza durante l’inverno, vista la crisi energetica che l’Europa sta affrontando a causa dei tagli all’invio di gas da parte della Russia, da cui la Germania dipendeva moltissimo fino a pochi mesi fa. Gli ultimi tre impianti avrebbero dovuto essere dismessi entro fine dicembre, ora invece si è deciso che due di questi rimarranno aperti almeno fino alla metà di aprile del 2023.
Nell’ultimo decennio la Germania ha avviato un piano per rendersi indipendente dall’energia nucleare, deciso soprattutto in conseguenza dei dibattiti sulla sicurezza che erano scaturiti nel paese dopo il disastro del 2011 nella centrale nucleare di Fukushima, in Giappone. Prima di quell’evento, in Germania c’erano 17 reattori nucleari, da cui il paese ricavava circa un quarto della propria energia elettrica.
All’inizio di quest’anno erano state dismesse tre centrali nucleari, e per il completamento del piano ne mancavano solo tre: una di queste, in Bassa Sassonia, sarà regolarmente chiusa a dicembre; le altre due – una in Baden-Württemberg e una in Baviera, entrambe nel sud della Germania – resteranno aperte ancora per alcuni mesi.
La decisione del governo tedesco è stata comunicata dal vicecancelliere e ministro dell’Economia Robert Habeck, del partito dei Verdi e storico oppositore del nucleare. Habeck ha garantito che il paese non cambierà le sue posizioni sull’energia nucleare, ma ha spiegato che alcune recenti analisi hanno mostrato come tenere aperti i due impianti potrebbe rivelarsi decisivo per la Germania e per l’Europa in una situazione di particolare emergenza.
Della possibilità di estendere l’utilizzo dell’energia nucleare si era discusso molto negli ultimi mesi all’interno della coalizione di governo, composta dai Verdi, dal Partito Liberaldemocratico (FDP) e dal Partito Socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz.
FDP in particolare aveva fatto pressioni sugli altri due partiti su questo punto, e avrebbe voluto che le due centrali che rimarranno attive venissero mantenute aperte più a lungo rispetto a quanto è stato stabilito alla fine.
Lo scorso giugno la Germania aveva già fatto alcuni passi indietro sulle proprie politiche energetiche, decidendo di riaprire alcune centrali elettriche a carbone che erano state dismesse: una misura in controtendenza rispetto agli obiettivi climatici del paese, che mirano a eliminare entro il 2030 l’utilizzo del carbone, il combustibile che causa le maggiori emissioni di anidride carbonica, il principale gas a cui si deve il cambiamento climatico.