L’ultima tennista ad aver battuto Serena Williams
Ajla Tomljanović ha partecipato al momento più significativo di questi US Open e ora può raggiungere il punto più alto della sua carriera
La fine della carriera da professionista di Serena Williams, arrivata con l’eliminazione al terzo turno degli US Open in corso in questi giorni a New York, è coincisa con il risultato più significativo ottenuto nella carriera di un’altra tennista, l’australiana di origini croate Ajla Tomljanović. Dopo aver battuto Williams entrando di diritto in uno dei momenti più significativi del tennis recente, Tomljanović ha battuto la russa Ljudmila Samsonova nel turno successivo e ora attende di giocare contro la tunisina Ons Jabeur — finalista a Wimbledon — nei quarti di finale.
Arrivando fin qui, Tomljanović ha eguagliato i suoi migliori risultati ottenuti nei tornei del Grande Slam, ovvero i quarti di finale raggiunti nelle ultime due edizioni di Wimbledon. A 29 anni sta quindi vivendo il periodo più concreto di una carriera da tempo ad alti livelli, in cui però non è mai riuscita a vincere un titolo, sia nel singolare che nel doppio, se non nel circuito minore ITF. La posizione più alta nel ranking mondiale l’ha raggiunta lo scorso febbraio, salendo al numero 38. Ora invece è la numero 46 ma dopo questi US Open salirà ancora.
«Tomljanović, che è 46ma nel ranking mondiale, ha dimostrato a sé stessa e al mondo intero di avere il coraggio e la capacità di poter vincere un trofeo tutto suo. Se vincerà altre quattro partite la prossima settimana, quel trofeo sarà uno dei più ambiti nel mondo dello sport» ha scritto su di lei il New York Times dopo la partita contro Williams, vinta con il punteggio di 7-5, 6-7, 6-1 in uno stadio che tifava interamente per l’avversaria.
Il suo allenatore è l’ex giocatore italiano Alessandro Bega, che aveva iniziato ad allenarla durante la sua relazione con Matteo Berrettini e che poi è rimasto anche dopo, fino a diventare il suo unico allenatore. Bega ha detto a Repubblica: «Abbiamo lavorato soprattutto sull’aspetto mentale. Avevamo due possibilità: far finta che fosse una partita come un’altra contro una grandissima tennista oppure lavorare su tutto quello che significava giocare lì con tutto il pubblico contro. Abbiamo preferito puntare su questo secondo aspetto: lavorare sull’atmosfera, sulla pressione, per non farsi schiacciare».
Una strategia che ha funzionato, come ha poi spiegato Tomljanović: «Dal primo momento in cui sono entrata in campo non mi sono guardata molto intorno. Ero completamente immersa nella mia piccola bolla». Quella era inoltre la sua prima partita in carriera all’Arthur Ashe di New York — lo stadio principale degli US Open — dove in precedenza non aveva potuto nemmeno esercitarsi.
Lunedì mattina Tomljanović è riuscita a battere anche Samsonova, la numero 35 al mondo, per due set a zero con il punteggio di 7-6, 6-1 al termine di una partita spesso imprevedibile durata circa due ore. Con quest’ultima vittoria Tomljanović può dirsi già sicura di raggiungere almeno la 35ma posizione nel ranking mondiale al termine del torneo, la più alta in carriera. I quarti di finale contro Jabeur sono ora in programma martedì alle 18 circa (ora italiana), nuovamente all’Arthur Ashe.
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