Le sanzioni alla Russia stanno dividendo Lega e Fratelli d’Italia
Salvini ha detto di volerle «ripensare» perché danneggiano più l'Europa che Putin, ma Meloni la pensa in maniera molto diversa
Nel fine settimana è emersa una questione che sembra essere motivo di divisione tra i due principali partiti della coalizione di destra, Lega e Fratelli d’Italia: si tratta delle sanzioni alla Russia dei paesi dell’Unione Europea, su cui è tornato a esprimere scetticismo il leader della Lega, Matteo Salvini.
Secondo Salvini le sanzioni avrebbero provocato più danni alle economie europee piuttosto che a quella russa, e per questo andrebbero ripensate. La posizione di Fratelli d’Italia invece è sensibilmente diversa, più conforme a quella dei principali paesi europei, che non hanno mai messo in discussione la necessità di punire la Russia per aver invaso l’Ucraina lo scorso febbraio.
Sabato, a margine di un incontro elettorale a Fano, nelle Marche, Salvini ha detto che «siamo di fronte all’unico caso al mondo in cui le sanzioni per fermare una guerra, per mettere in ginocchio un regime, per bloccare gli attacchi non danneggiano i sanzionati, ma coloro che sanzionano», aggiungendo poi che «ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi: evidentemente a Bruxelles qualcuno ha sbagliato i conti».
Salvini ha specificato che l’Ucraina va comunque aiutata e sostenuta, ma visto che le sanzioni stanno danneggiando le imprese e le famiglie italiane «è evidente che ci sia qualcosa da ripensare».
Credo che #Putin non l’avrebbe detta meglio. https://t.co/ySCy1pRjXZ
— Enrico Letta (@EnricoLetta) September 3, 2022
Prevedibilmente, le affermazioni di Salvini hanno provocato la reazione del centrosinistra e del cosiddetto Terzo Polo (la formazione di centro costituita da Azione e Italia Viva).
Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha commentato la posizione di Salvini scrivendo su Twitter: «credo che Putin non l’avrebbe detta meglio». Mariastella Gelmini, che è passata da Forza Italia ad Azione dopo la caduta del governo Draghi, ha detto che la posizione di Salvini «ci meraviglia fino a un certo punto», alludendo al fatto che in passato il leader della Lega ha avuto posizioni filorusse e si è più volte dichiarato un convinto ammiratore del presidente russo Vladimir Putin.
Ma non sono solo gli avversari politici della Lega a pensarla diversamente sulle sanzioni. Secondo diversi giornali, le affermazioni di Salvini stanno causando problemi alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che in queste settimane sta portando avanti una campagna elettorale accorta con l’obiettivo di rendere più rassicurante e moderata l’immagine del suo partito. «La leader di FdI è preoccupata che queste posizioni salviniane possano prossimamente spostare il “suo” governo dalla parte dell’Ungheria», scrive Emilia Patta sul Sole 24 Ore. «Proprio tre giorni fa [l’Ungheria] ha siglato con la Russia un patto per aumentare la fornitura di gas in vista dell’inverno, indebolendo la linea atlantica ed esponendo l’Italia nei confronti di Washington».
Nonostante Fratelli d’Italia abbia ottimi rapporti con i partiti di estrema destra dell’Europa orientale, tra cui quello del primo ministro ungherese Orbán, sulla questione del gas russo Meloni si è spostata su posizioni in linea con il governo Draghi, dichiarandosi favorevole a introdurre un limite al prezzo d’acquisto (price cap). Anche Tommaso Ciriaco su Repubblica di oggi racconta della divisione che si sta creando tra Meloni e Salvini. Secondo Ciriaco, Meloni non avrebbe intenzione di rendere l’Italia «l’anello debole dell’Occidente» e teme che la Lega possa essere un elemento destabilizzante in un suo futuro governo.
Peraltro, Meloni e Salvini hanno vedute differenti anche su un altro punto importante: in questi giorni il leader della Lega ha invitato il governo ad approvare uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per contenere il rincaro dei prezzi dell’energia, mentre Fratelli d’Italia ritiene che sia meglio evitare di produrre ulteriore debito.
A conferma del fatto che Meloni abbia un’idea molto diversa da Salvini sulle sanzioni ci sono le dichiarazioni di Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia. Fazzolari è una figura piuttosto autorevole nel partito, è stato responsabile del programma, e si ritiene che possa avere un ruolo importante in un eventuale governo guidato da Fratelli d’Italia (lui si è definito il «sintetizzatore di Giorgia Meloni»). Dopo quanto detto da Salvini sulle sanzioni, Fazzolari ha dato un’intervista all’agenzia Adnkronos in cui ha definito «inimmaginabile» per un governo seguire «una linea diversa da quella dei partner occidentali» sull’Ucraina. Poi, sull’eventualità di ripensare le sanzioni, ha detto che è un auspicio «del leader della Lega, ma non potrà essere una linea di governo».
Dopo le numerose critiche ricevute, e probabilmente a causa del fatto che fosse isolato persino dentro la sua stessa coalizione, Salvini domenica ha mitigato la sua posizione, almeno per il momento.
Durante l’incontro a Cernobbio del Forum Ambrosetti – organizzato da un prestigioso studio di consulenza milanese e frequentato da importanti politici, imprenditori ed economisti – Salvini ha detto: «vogliamo andare avanti con le sanzioni? Andiamo avanti», aggiungendo però di volere uno «scudo europeo» per evitare che le sanzioni «invece di danneggiare il sanzionato» danneggino «noi stessi». Nel suo intervento, comunque, Salvini ha mostrato una serie di frammenti di articoli e slide di dati che a suo dire mettono in dubbio l’efficacia delle sanzioni.
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