La protesta dell’orchestra dell’Arena di Verona contro Placido Domingo
I musicisti si sono rifiutati di alzarsi per gli applausi, e accusano il tenore – che li dirigeva – di non essere stato professionale
Venerdì scorso, a conclusione dell’esecuzione della Turandot di Giacomo Puccini all’arena di Verona, i membri dell’orchestra si sono rifiutati di alzarsi in piedi accogliendo il cenno del direttore, il tenore spagnolo Placido Domingo, che li invitava a prendere gli applausi dal pubblico. Per la rigida etichetta dell’opera e in generale della musica d’orchestra è stata una protesta piuttosto plateale, rivolta peraltro contro uno dei più famosi cantanti d’opera al mondo, da alcuni anni malvisto da parte dell’ambiente e del mondo della cultura in quanto accusato di molestie sessuali da numerose lavoratrici del settore.
La protesta degli orchestrali di Verona, però, aveva motivazioni diverse: hanno accusato infatti Domingo di non essersi comportato in modo professionale durante la preparazione dello spettacolo. Il Sindacato Lavoratori della Comunicazione della Cgil di Verona, con una lettera indirizzata alla fondazione che gestisce l’arena di Verona e parlando a nome di «artisti del coro, professori d’orchestra e tecnici di palcoscenico», accusa Domingo di essersi presentato solo saltuariamente alle prove – definite comunque «imbarazzanti» – e di non aver saputo dirigere correttamente l’orchestra.
Il risultato, scrive il sindacato, è stato uno spettacolo mediocre, in cui «tutte le maestranze si sono sentite abbandonate a loro stesse in più di un’occasione, rischiando più volte di andare tutti gambe all’aria». Secondo i musicisti rappresentati dal sindacato, «quella del 26 è stata una delle serate più umilianti per tutto il settore artistico», motivo per cui l’orchestra si sarebbe rifiutata di alzarsi in piedi a spettacolo terminato.
Domingo è famosissimo da decenni nel mondo della lirica, ed è anche un richiesto direttore d’orchestra: in passato aveva già diretto quella dell’Arena di Verona. Le dure critiche nei suoi confronti non hanno riguardato solo lo spettacolo del 26 agosto, ma anche quello della serata precedente, intitolata Domingo in Verdi Opera Night e dedicata al tenore: entrambi gli spettacoli, scrive il sindacato, sono stati portati a termine solo grazie alla «professionalità delle maestranze artistiche e tecniche di Fondazione Arena», che «ha permesso che l’evento non si tramutasse in un gigantesco fallimento»: il risultato delle due serate è stato comunque «pessimo», ha aggiunto il sindacato.
Su queste basi il sindacato ha sostenuto che Placido Domingo «non [è] all’altezza della sua fama» e ha chiesto l’annullamento dello spettacolo che lo stesso Domingo dovrebbe dirigere il prossimo agosto in occasione del centesimo anniversario dell’Arena Opera Festival, il festival lirico che si svolge ogni estate all’arena di Verona.
In questi ultimi giorni ci sono state, a Verona, altre proteste contro Domingo. Le lavoratrici e i lavoratori stagionali del Festival Areniano 2022 (appoggiate da movimenti femministi e altre associazioni) hanno scritto una lettera al sindaco Damiano Tommasi per esprimere il loro dissenso riguardo la presenza di Domingo in Arena e per chiedere di annullarne lo spettacolo del 2023. Le motivazioni sono le accuse di molestie sessuali che negli ultimi anni numerose lavoratrici nel settore dell’opera hanno rivolto a Domingo, che in passato avevano portato alla cancellazione di alcuni suoi spettacoli e alle dimissioni dal suo incarico di direttore generale dell’Opera di Los Angeles, una delle più importanti compagnie d’opera al mondo. Di recente, contro Domingo, ci sono state nuove accuse.
Già nel 2020, proprio a causa delle accuse di molestie e abusi nei suoi confronti, il movimento femminista Non Una di Meno di Verona, sostenuto da singole persone e altre associazioni, aveva protestato inviando una lettera aperta alla sovrintendente della Fondazione Arena Cecilia Gasdia, poi distribuita al pubblico del concerto di Domingo.