Lotito ha fatto un po’ di confusione tra Molise, Abruzzo e Lazio
Sulla regione in cui è candidato ha detto: «non conosco questo territorio, anche se conosco l’Abruzzo perché mio nonno era di Amatrice», riferendosi al comune laziale
Lunedì Claudio Lotito, presidente della Lazio e candidato per un seggio al Senato nel collegio uninominale del Molise per Forza Italia e la coalizione di destra, ha partecipato a un incontro elettorale a Campobasso. Lotito è uno dei cosiddetti “paracadutati”, candidati posizionati dai partiti in collegi lontani da quelli da cui provengono o in cui hanno fatto attività politica per vari motivi. Nel tentativo di rispondere a una domanda che faceva riferimento alle polemiche a riguardo, Lotito ha detto:
È vero, io non conosco questo territorio, anche se conosco l’Abruzzo perché mio nonno era di Amatrice. Ma mi sono documentato, ho studiato, visto che si tratta di territori molto simili.
Amatrice si trova in realtà nel Lazio, in provincia di Rieti, anche se Lotito, contattato in seguito dal Corriere della Sera, ha cercato di spiegare l’errore sottolineando come Amatrice, essendo una località di confine, avesse fatto parte della provincia dell’Aquila fino al 1927 e quindi si potesse considerare abruzzese al momento della nascita di suo nonno (le regioni, come enti territoriali, furono comunque introdotte molto più avanti, all’inizio degli anni Settanta).
Lotito nel 2018 era stato candidato in Senato con Forza Italia in Campania, ma non era stato eletto. Dopo aver fatto una lunghissima battaglia legale aveva infine ottenuto ragione nel suo ricorso, ma non aveva mai ottenuto il suo seggio. Ora ci sta riprovando, e ha annunciato di volersi trasferire in Molise durante la campagna elettorale e di volerlo trasformare in una «regione di Serie A». Non sono mancati i riferimenti calcistici nella sua prima visita a Campobasso: Lotito ha subito affrontato il tema della squadra locale, da qualche giorno esclusa definitivamente dalla Serie C per mancati adempimenti con il fisco.
Lotito ha prima detto di non voler promettere che si farà carico della società calcistica del Campobasso «per prendere voti», ma poi ha aggiunto: «Io sono a disposizione, anche con un coinvolgimento in prima persona. Voglio che il Campobasso torni nel calcio professionistico perché i tifosi lo meritano e voglio risarcire il Campobasso, perché la Lazio nel 1987 in uno spareggio a Napoli determinò la retrocessione del Campobasso. E oggi la Lazio [indicandosi, ndr] deve ridare qualcosa al Campobasso».