Le disastrose inondazioni in Pakistan
Da metà giugno hanno ucciso quasi mille persone e lasciato milioni di sfollati
Venerdì il governo pakistano ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per via dei gravi allagamenti causati da continue piogge in tutto il paese. Secondo l’autorità nazionale che si occupa della gestione dei disastri, da metà giugno sono morte almeno 937 persone, di cui 343 bambini, e più di 1300 sono rimaste ferite. Migliaia di chilometri di strade sono state distrutte e centinaia di migliaia di abitazioni danneggiate: secondo le dichiarazioni del governo oltre 30 milioni di persone sono rimaste senza casa, circa il 15 per cento della popolazione totale del paese (236 milioni).
Il primo ministro Shehbaz Sharif ha chiesto aiuto ad altri paesi e alle istituzioni internazionali per fronteggiare la situazione di emergenza, le cui conseguenze sono probabilmente comparabili a quelle dell’ultima grande alluvione che colpì il paese nel 2010. Il ministro pakistano per il Cambiamento climatico Sherry Rehman ha definito i danni delle alluvioni «il peggior disastro umanitario di questo decennio».
Si sono verificati allagamenti in tutte e quattro le province del paese: la maggior parte delle morti al momento si concentra nel Belucistan e nel Sindh, dove le piogge sono state più intense, ma secondo le autorità è possibile che nei prossimi giorni anche le province del Punjab e del Khyber Pakhtunkhwa dovranno fare i conti con livelli d’acqua eccezionalmente alti. Quest’anno nel Belucistan e nel Sindh ci sono stati rispettivamente 298 e 689 millimetri di pioggia: più di quattro volte la media degli ultimi trent’anni.
La capitale del Belucistan, Quetta, è stata una delle città più colpite e, a causa della distruzione di strade e ponti, è rimasta isolata dal resto del paese. Molti centri abitati della provincia sono inoltre senza elettricità, gas e internet.
Il ministro per il Cambiamento climatico Sherry Rehman ha detto che in alcune zone del paese portare soccorsi è molto difficile perché le piogge le hanno rese inaccessibili. Ha inoltre spiegato che solitamente in Pakistan la stagione dei monsoni ha tre o quattro “cicli” di piogge, mentre quest’anno ce ne sono stati già otto. E ha aggiunto che «i dati suggeriscono la possibilità di un nuovo ciclo e una nuova emergenza a settembre».
Un esperto di cambiamento climatico intervistato da Al Jazeera, Ali Tauqeer Sheikh, ha spiegato che «nel 2010 le inondazioni erano di natura fluviale, che significa che colpirono principalmente le aree intorno al fiume Indo ed erano per lo più prevedibili. Questa volta, ci sono stati più tipi di inondazioni, come quelle urbane, quelle improvvise e quelle causate dallo scioglimento dei ghiacciai». E ha aggiunto che «non è solo la pioggia eccessiva a causare il problema, ma piuttosto le infrastrutture e un’inadeguata preparazione».