Negli ultimi due mesi diversi social network hanno rimosso account falsi che promuovevano gli interessi di politica estera degli Stati Uniti
Negli ultimi due mesi Facebook, Instagram, WhatsApp e Twitter hanno eliminato dalle proprie piattaforme vari account falsi, creati in un’unica operazione che aveva l’obiettivo di promuovere gli interessi di politica estera degli Stati Uniti in altri paesi. Mercoledì è stato pubblicato un report che approfondisce l’attività di questi account, realizzato dall’Osservatorio Internet di Stanford (un programma di ricerca dell’università statunitense di Stanford) e da Graphika, una società che si occupa di analisi sui social media.
Secondo il report gli account esistevano da almeno cinque anni e ne esistevano di simili su almeno altri quattro social network. Spesso erano account che si spacciavano per testate giornalistiche, altre volte erano persone inventate. Pubblicavano in almeno sette lingue, tra cui il russo, l’arabo e l’urdu. I contenuti criticavano soprattutto la Russia, la Cina e l’Iran e promuovevano i valori e gli obiettivi degli Stati Uniti. Alcuni post per esempio accusavano la Russia di aver intrapreso guerre imperialiste in Siria e in Africa, mentre altri elogiavano l’impegno degli Stati Uniti in Asia centrale e in Iraq.
I social network che sono intervenuti per rimuovere gli account non hanno dato informazioni su chi ci sia dietro o su chi li gestisca: Facebook, Instagram e WhatsApp hanno solo detto che si trattava di account creati negli Stati Uniti, mentre Twitter ha detto che gli account sulla sua piattaforma erano stati creati presumibilmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
È la prima volta che viene scoperta un’operazione del genere connessa agli interessi degli Stati Uniti: finora erano noti tentativi di influenza sui social network portati avanti soprattutto da paesi come la Russia e la Cina. Sulla prima sono state svelate diverse campagne di disinformazione, comprese quelle per influenzare le elezioni negli Stati Uniti nel 2016, sulla seconda sono stati trovati account propagandistici che tentavano tra le altre cose di sminuire le violazioni dei diritti umani di cui è accusata.
Secondo i ricercatori in ogni caso le campagne per promuovere gli Stati Uniti sui vari social network non hanno avuto grande diffusione: la maggior parte dei contenuti ha ricevuto solo poche interazioni, e solo il 19 per cento degli account aveva più di mille follower. Gli altri social network in cui è stata documentata la campagna di promozione degli Stati Uniti sono Telegram, YouTube e i social network russi VK e Odnoklassniki. Non è chiaro se si siano già mossi per rimuovere gli account coinvolti.