E la contraccezione maschile?
Se ne sta riparlando in Francia, dopo una copertina del quotidiano Libération e un appello firmato da diversi uomini
Qualche giorno fa il quotidiano francese Libération ha pubblicato in prima pagina un appello firmato da alcuni uomini per chiedere al governo e ai laboratori scientifici di portare avanti il tema e la ricerca sulla contraccezione maschile. Nell’appello si legge che è «una questione importante per l’uguaglianza di genere in termini di salute sessuale», che avrebbe tra l’altro a che fare con il diritto, anche per gli uomini, di assumere il controllo della loro vita riproduttiva o almeno con la condivisione di una responsabilità.
L’appello, accompagnato da una petizione online e da una campagna con l’hashtag #ContraceptonsNous, è stato pubblicato sulla prima pagina di Libération con il titolo «Smettete di indorarvi la pillola». Si rivolge al governo e, in particolare, al ministro della Salute François Braun e alla ministra per l’Uguaglianza Isabelle Rome. Nel testo si spiega che la contraccezione riguarda sia gli uomini che le donne, ma che oggi, in Francia, il controllo delle nascite è ancora tutto a carico delle donne, «al punto che la contraccezione maschile sembra essere un vero e proprio tabù».
Si dice che le alternative alla contraccezione femminile sono allo studio da decenni, ma che tali studi e sperimentazioni sono ancora in una fase iniziale, a causa della resistenza del mondo politico e dell’industria farmaceutica. Ma c’è anche un problema culturale e di informazione.
A la une ce mardi : #ContraceptionMasculine, arrêtez de vous dorer la pilule ! #ContraceptonsNous@libe demande aux pouvoirs publics et aux labo de développer de vraies solutions pour que la contraception soit autant une affaire d’hommes que de femmeshttps://t.co/nj2k4mQp7h pic.twitter.com/YFKyvvpTr5
— Libération (@libe) August 22, 2022
L’arrivo di una pillola contraccettiva per gli uomini (che, a proposito di problema culturale, dai giornali italiani viene spesso chiamato “pillolo”) rimane una promessa non mantenuta, dice l’appello, con la conseguenza che «molti uomini eterosessuali continuano a fare affidamento sulle loro partner».
La scorsa primavera all’Assemblea Nazionale francese doveva essere presentata una relazione sulla contraccezione maschile che, si dice sempre nell’appello, avrebbe dovuto contenere indicazioni e proposte sull’accesso gratuito ai preservativi per gli uomini fino ai 25 anni (oggi in Francia sono rimborsabili fino al 60 per cento soltanto due marche di preservativi). Ma questa relazione non è stata ancora presentata.
Il testo si conclude con l’invito al governo e ai ministri interessati ad attuare in Francia «una vera politica di contraccezione maschile. L’uguaglianza di genere sarà reale in termini di salute sessuale solo quando gli uomini faranno la loro parte».
La ricerca sugli anticoncezionali ormonali maschili è iniziata più o meno nello stesso periodo in cui è iniziata quella sulla pillola per le donne, cioè alla fine degli anni Cinquanta. Ma nel 2022, gli unici mezzi di contraccezione maschile disponibili in Francia (e non solo) sono la vasectomia (che è una procedura chirurgica con problemi di reversibilità) e i preservativi (che hanno teoricamente un’efficacia elevata, ma inferiore rispetto a quella di altri metodi: efficacia che nella pratica risulta più bassa a causa di alcuni errori nell’uso).
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Il mancato interesse allo sviluppo della contraccezione maschile è dovuto a varie ragioni. L’AIDS, spiega Libération citando Jeanne Perrin, docente di biologia dello sviluppo e medicina riproduttiva all’Ospedale di Marsiglia, negli anni Ottanta ha di fatto contribuito a interrompere tutte le ricerche sulla contraccezione maschile che non proteggesse anche dalle malattie sessualmente trasmissibili. Quel momento storico, da solo, non è comunque sufficiente come spiegazione: «Non va trascurata la mancanza di volontà degli uomini, abituati a fare affidamento sulle donne», ha detto Perrin.
Restano insomma radicati una serie di stereotipi legati alla sessualità, ai corpi e ai ruoli sociali associati a donne e uomini che hanno a loro volta molte conseguenze sulla ricerca scientifica. Nel calcolo del rapporto rischi-benefici, ad esempio, mentre per le donne gli effetti collaterali dei dosaggi ormonali sono considerati come un disagio da sopportare ma inevitabile per evitare una gravidanza non voluta, negli uomini, ha spiegato Mireille Le Guen, esperta di evoluzione nell’uso dei contraccettivi, l’equilibrio costi-benefici viene sempre calcolato «in relazione al fatto di essere in buona salute» e il bilancio sarà dunque sempre e definitivamente negativo. La gravidanza, insomma, sarebbe essenzialmente una questione femminile e dunque non ci sarebbe motivo di affrontare gli eventuali effetti collaterali di un contraccettivo maschile, per gli uomini.
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Ci sono comunque anche altri elementi che hanno portato alla chiusura anticipata degli studi clinici: «Non appena si è visto che poteva avere effetti sulla libido, si è cominciato a dire che questo metodo non era sufficientemente adatto agli uomini e ci si è fermati. Ci si è posti meno questa domanda per le donne» e questo perché è ancora molto diffusa l’idea che «la sessualità maschile abbia più a che fare con un aspetto fisiologico, con una pulsione, mentre la sessualità femminile dipenderebbe più dalla questione psicologica».
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Questi stereotipi hanno di fatto portato all’assenza di produzione di dati significativi sulla contraccezione maschile, ai mancati finanziamenti di studi e sperimentazioni, e a una scarsa informazione generale sulle possibilità esistenti: di fatto, come abbiamo visto, preservativi e vasectomia. Tra l’altro in Francia alla vasectomia, che è stata legalizzata solo nel 2001, fa ricorso meno dell’1 per cento degli uomini contro il 21 per cento degli uomini del Regno Unito, anche perché viene ancora associata al timore della perdita della propria virilità.
Libération, in un altro articolo, elenca i diversi metodi di contraccezione maschile. Molti di questi non sono mai stati convalidati: sono dunque metodi di cui non è stata garantita né l’efficacia né la sicurezza. Parte di questi metodi si basa sul calore. Per produrre sperma, i testicoli devono avere una temperatura inferiore rispetto a quella del resto del corpo, tra i 34 e i 35 gradi. Aumentare la temperatura dei testicoli porterebbe dunque a un rallentamento della spermatogenesi, cioè della formazione di cellule sessuali capaci di fecondare. L’aumento della temperatura dei testicoli può essere ottenuta usando per molte ore consecutive un intimo speciale, che alza i testicoli verso l’inguine o che li riscalda tramite un termoregolatore, oppure usando un particolare anello di silicone.
Ci sono infine diversi metodi in fase di studio: iniezioni di ormoni, una pillola non ormonale, un gel ormonale che blocca la formazione di spermatozoi e che è oggi in fase di sperimentazione negli Stati Uniti, o un gel bloccante che se iniettato nei dotti deferenti dell’apparato genitale maschile – quelli in cui passa lo sperma per andare dai testicoli al pene – impedisce che gli spermatozoi si aggiungano al liquido seminale prodotto da prostata e vescicole seminali.
Un prototipo di questo gel è stato sviluppato in India e viene chiamato Risug (che sta per Reversible Inhibition of Sperm Under Guidance): è stato anche il primo e unico contraccettivo maschile a raggiungere la fase 3 della sperimentazione clinica, cioè la penultima, ma non è ancora stato approvato definitivamente. Negli Stati Uniti, ispirato a Risug, è in fase di sperimentazione il Vasalgel.
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