In Basilicata non si paga il gas
Una legge regionale prevede che alle famiglie venga rimborsato totalmente, grazie alle forniture agevolate derivanti dalle estrazioni
Il presidente della Basilicata, Vito Bardi (di Forza Italia), ha firmato una legge regionale che di fatto consentirà ai residenti nella regione di avere gas gratis nei prossimi mesi, come contromisura al considerevole aumento dei costi dell’energia avvenuto nell’ultimo anno. La legge era stata approvata a metà agosto dal Consiglio regionale e prevede: «L’erogazione gratuita mediante rimborso della componente energia del prezzo del gas fornito per le utenze domestiche dei residenti della Regione Basilicata, delle pubbliche amministrazioni regionali, esclusi gli enti pubblici economici e le società partecipate, e degli enti locali regionali».
Il rimborso interessa la voce “materia gas” presente in bolletta, quindi il gas che effettivamente viene consumato da ogni utenza familiare, mentre il pagamento dei costi relativi agli oneri di sistema, alla gestione del contatore e al trasporto continueranno a essere a carico dei singoli utenti. La Regione ha stimato che in questo modo gli importi delle bollette dovrebbero dimezzarsi.
La legge è conseguenza di un accordo che la Regione Basilicata ha con le società che estraggono gas dalla Val d’Agri, una vasta zona che attraversa le province di Potenza e Matera e che è compresa tra i monti Sirino e Volturino. Le società hanno ottenuto una proroga per proseguire le proprie attività estrattive offrendo in cambio forniture gratuite di gas alla Basilicata. Dovranno essere sostenuti comunque alcuni oneri da parte della Regione e sulla gestione delle forniture sarà coinvolta l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), per evitare che alcuni fornitori o utenti siano penalizzati.
I metri cubi di gas naturale garantiti da Eni e Total, le società che si occupano di buona parte delle attività nella Val d’Agri, sono circa 200 milioni di metri cubi all’anno. Il consumo annuo di gas in Basilicata è stimato intorno ai 160 milioni di metri cubi, di conseguenza la Regione ritiene ci siano ampi margini per sostenere l’iniziativa.
Dal rimborso regionale sono stati esclusi gli abitanti che utilizzano altre forme di riscaldamento e che non hanno le proprie abitazioni collegate alla rete del gas, che in alcune aree della Basilicata non è molto capillare. Per loro sono previsti incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica o di pannelli solari per la produzione di acqua calda. Ogni abitante potrà ricevere un rimborso integrale se manterrà la spesa entro i 5mila euro. Il bando per queste attività di compensazione dovrebbe essere pronto nelle prime settimane di settembre, ha fatto sapere la Regione.
La nuova legge regionale è stata accolta con qualche perplessità e critica per vari motivi. Confcommercio, per esempio, ha segnalato la necessità di introdurre provvedimenti e sgravi anche per le aziende, escluse dal sistema di rimborso dedicato alle sole utenze familiari. Altre critiche hanno riguardato la scelta di destinare risorse per tutelare il consumo del gas, invece di incentivare il passaggio a fonti di energia più sostenibili e meno inquinanti orientate per esempio all’autoproduzione e consumo.
Negli ultimi anni le attività estrattive nella Val d’Agri sono state al centro di numerose polemiche e di alcune vicende giudiziarie, soprattutto per il loro impatto ambientale. Da tempo la Regione Basilicata controlla assiduamente i territori interessati dalle estrazioni di idrocarburi, per verificare che non avvengano contaminazioni e non ci siano rischi per la popolazione. L’apertura di nuovi giacimenti era stata accolta con proteste e manifestazioni, per una decisione che appariva in contrasto con il crescente impegno di governi e istituzioni in buona parte del mondo per contrastare il cambiamento climatico.