Alle primarie dei Democratici di Florida e New York hanno vinto i più moderati
Potrebbero avere maggiori possibilità nelle elezioni di metà mandato, in cui i Repubblicani sono favoriti
Lunedì si sono svolte in Florida e nello stato di New York alcune delle ultime e più attese primarie in vista delle elezioni di metà mandato americane dell’8 novembre, in cui i Repubblicani sono considerati favoriti per ottenere la maggioranza in entrambe le camere.
L’esito più atteso era relativo alle scelte degli elettori Democratici, che in generale hanno preferito i candidati più moderati e vicini alla leadership attuale del presidente Biden rispetto ai loro avversari più liberal e radicali che avrebbero spostato il partito verso posizioni più di sinistra. Il risultato è stato accolto con sollievo dai vertici dei Democratici, che lo ritengono un segno di riavvicinamento del proprio elettorato verso posizioni che possano convincere anche elettori indecisi e spaventati dalle posizioni sempre più estreme dei Repubblicani.
La difesa dei diritti e in particolare la forte opposizione popolare alla decisione della Corte Suprema di ribaltare la sentenza Roe v. Wade che garantiva l’accesso all’aborto a livello federale (rimandando le decisioni ai singoli stati) sono stati temi centrali nel dibattito della campagna elettorale. I Democratici sperano che il movimento in difesa dell’accesso all’aborto diventi una spinta decisiva negli stati e nei distretti maggiormente in bilico a novembre.
Sean Patrick Maloney, rappresentante alla Camera in carica in uno dei distretti di New York, che ha battuto Alessandra Biaggi, avversaria più radicale sostenuta dalla deputata
Alexandria Ocasio-Cortez, ha detto: «Stanotte ha vinto il buonsenso. Gli elettori Democratici vogliono candidati che portino risultati e che possano vincere». Il partito di Biden conta anche sulla spinta positiva che può arrivare dalla recente approvazione delle misure per il clima e sul costo dei medicinali contenute nella corposa legge “Inflation Reduction Act”, uno dei maggiori successi dell’amministrazione.
Storicamente però nelle elezioni di metà mandato, che rinnovano completamente la Camera e per un terzo dei cento seggi il Senato, il partito del presidente in carica risulta quasi sempre sconfitto e secondo i sondaggi, che segnalano anche una popolarità del presidente Biden che resta bassa, queste non dovrebbero fare eccezione.
Sul fronte Repubblicano anche le primarie in Florida e a New York hanno confermato la tendenza che vede come vincitori gli esponenti più radicali del partito, che abbracciano le tesi false dell’ex presidente Trump riguardo alle presidenziali del 2020 e che quindi negano la vittoria di Biden. Secondo i più moderati tra i Repubblicani la presenza polarizzante dell’ex presidente potrebbe complicare la corsa dei candidati del partito nelle elezioni di novembre.
In questo senso era molto osservata un’elezione suppletiva speciale per la Camera nel 19° distretto di New York, dove il Democratico Pat Ryan, con una campagna che ha avuto il diritto all’aborto come tema centrale, ha sconfitto il Repubblicano Marc Molinaro (con il 51 per cento de voti): resterà in carica solo fino a fine anno, ma il risultato era considerato un indicatore importante in vista delle prossime elezioni.
Nelle primarie Democratiche in Florida Charlie Crist, governatore dello stato tra il 2007 e il 2011 per il partito Repubblicano e oggi rappresentante alla Camera per i Democratici, sostenuto da Nancy Pelosi, ha battuto Nikki Fried, candidata più radicale. Ora sfiderà per la carica di governatore dello stato il Repubblicano Ron DeSantis. Il governatore in carica, noto per la legge informalmente chiamata “Don’t say gay” che impedisce di affrontare nelle scuole temi legati alla comunità LGBTQ+, è una delle figure in ascesa del partito nonché un potenziale candidato Repubblicano per la presidenza nel 2024.
Val Demings, vincitrice delle primarie Democratiche, sfiderà il senatore Repubblicano Marco Rubio per uno dei due seggi riservati alla Florida nella camera alta statunitense, in una delle elezioni che si prospettano più combattute: sarebbe la prima senatrice afroamericana della Florida e ha annunciato che l’accesso all’aborto sarà tema centrale della sua campagna.
Un’altra elezione molto osservata è stata quella per il 12° distretto di New York: una mappatura indipendente ridefinisce i distretti ogni dieci anni in base alle caratteristiche demografiche e Jerrold Nadler e Carolyn B. Maloney, rappresentanti al Congresso da trent’anni rispettivamente per l’Upper West Side e l’Upper East Side, si sono trovati a contendersi lo stesso collegio. Ha vinto Nadler, in un’elezione in cui i vecchi colleghi si sono reciprocamente insultati definendosi «mezzo morto» e «non completamente sobria».
Il calendario della primarie ora prevede le ultime consultazioni in Massachusetts (6 settembre), Delaware, New Hampshire e Rhode Island (13 settembre).
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