La nuova vita di un vecchio rimedio contro la calvizie
Il minoxidil è un farmaco economico che si è scoperto funzionare ancora meglio nella sua forma orale, sviluppata contro l'ipertensione
Il minoxidil, un farmaco datato ed economico per trattare la calvizie (alopecia androgenetica), da qualche tempo è tornato in voga grazie ad alcuni dermatologi che hanno iniziato a impiegarlo sui loro pazienti in un modo diverso e più pratico da come era stato inizialmente concepito. Invece di farlo applicare sul cuoio capelluto nella sua forma in gocce, lo fanno assumere a basse dosi per via orale ottenendo nella maggior parte dei casi un miglioramento significativo contro il diradamento dei capelli. La quantità di specialisti che consiglia l’assunzione orale del minoxidil è ancora limitata e secondo diversi esperti questo priva molte persone di un sistema con buone potenzialità e un costo ridotto e con minori rischi di effetti avversi, se confrontato per esempio con trattamenti più diffusi come la finasteride (Propecia).
L’uso del minoxidil per via orale contro l’alopecia androgenetica non è previsto dalle principali autorità di controllo dei farmaci, come la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti, ma i dermatologi possono comunque prescriverlo per un suo utilizzo “off label”, cioè per trattare problemi di salute diversi da quelli per cui era stato sviluppato originariamente il principio attivo. Il ricorso all’off label è molto comune in dermatologia, dove spesso gli specialisti si devono industriare per impiegare farmaci concepiti per altro, non avendo sempre a disposizione molti principi attivi.
Il minoxidil fu sviluppato alla fine degli anni Cinquanta dalla società farmaceutica Upjohn: aveva mostrato di avere importanti capacità vasodilatatrici ad alte dosi e per questo era stato inizialmente autorizzato come trattamento orale per tenere sotto controllo la pressione nelle persone ipertese. I pazienti che lo utilizzavano non avevano segnalato particolari effetti avversi, ma molti di loro avevano comunque riscontrato una maggiore crescita dei capelli e della peluria come effetto collaterale.
Sulla base delle segnalazioni e di alcuni studi, si decise di approfondire la circostanza e di sperimentare una versione topica del minoxidil, per trattare la perdita di capelli. Alla fine degli anni Ottanta fu messo in commercio il Rogaine, una lozione da applicare una o due volte al giorno sul cuoio capelluto per ridurre gli effetti dell’alopecia androgenetica, condizione che per cause per lo più genetiche porta il follicolo pilifero a diventare sempre più piccolo, facendo assottigliare i capelli fino alla loro perdita. Il processo può essere in parte arrestato e invertito solo se si interviene prima della perdita completa del capello, che può tornare a inspessirsi.
Non sempre i trattamenti si rivelano però efficaci e molto dipende dalle caratteristiche dei singoli pazienti. Il minoxidil va inoltre utilizzato per tutta la vita: se si interrompe il trattamento, il processo di assottigliamento e perdita riprende quasi sempre.
Dopo l’autorizzazione per l’uso sui maschi e in seguito sulle donne, il minoxidil divenne per lungo tempo uno dei trattamenti più prescritti contro la calvizie e ancora oggi viene consigliato da numerosi dermatologi. Gli esiti del trattamento topico variano però moltissimo da paziente a paziente e tra le cause c’è la scorretta applicazione del farmaco in gocce e la scarsa costanza nell’applicarlo. Dopo qualche mese di trattamento, molte persone si stufano di dedicare svariati minuti al giorno per l’applicazione, soprattutto se non riscontrano in tempi brevi benefici dal trattamento. La lozione può causare irritazioni cutanee e prurito, inoltre è lievemente collosa e appiccica tra loro i capelli, altro motivo per cui viene spesso abbandonata.
Dopo l’applicazione topica, il minoxidil deve essere trasformato da alcuni enzimi, ma se la loro presenza nei follicoli è scarsa il processo avviene solo parzialmente e di conseguenza il trattamento non ha effetto. L’assunzione per via orale riduce questo rischio, perché comporta il coinvolgimento di altri enzimi nell’organismo rendendo certa la trasformazione nella forma attiva.
Come ha raccontato di recente il New York Times, non fu però grazie a questa differenza che furono scoperte le potenzialità dell’uso orale del minoxidil una ventina di anni fa. La scoperta fu accidentale e merito di Rodney Sinclair, un dermatologo dell’Università di Melbourne (Australia) che aveva in cura una paziente con problemi di perdita di capelli. Sinclair le aveva prescritto il Rogaine: il trattamento si stava rivelando efficace, ma dopo qualche tempo di utilizzo la paziente aveva sviluppato un’irritazione dovuta all’applicazione della lozione sul cuoio capelluto. Se avesse interrotto le applicazioni, la sua condizione sarebbe nuovamente peggiorata con la perdita di altri capelli, per questo Sinclair doveva trovare una soluzione.
La paziente era molto motivata e Sinclair pensò di provare una soluzione alternativa: «Sapevamo che, se un paziente ha un’allergia a una medicina da applicare sulla pelle, un modo per renderla meno sensibile è dargliene dosi molto basse per via orale». Sinclair prese la forma in compresse del minoxidil solitamente impiegata per trattare l’ipertensione, ne ridusse sensibilmente il dosaggio e la prescrisse alla propria paziente. Con sua sorpresa, l’assunzione per via orale si rivelò efficace nel proseguire il trattamento contro la perdita di capelli, senza che ci fossero conseguenze sulla pressione sanguigna.
Nei mesi seguenti, Sinclair ridusse ulteriormente le dosi di minoxidil per via orale, fino a raggiungere un quarantesimo del normale dosaggio impiegato contro l’ipertensione. Provò poi il sistema su altri pazienti, ottenendo risultati paragonabili. Il minoxidil da assumere in pillole era ben tollerato e portava a evidenti benefici per un numero rilevante di pazienti con problemi di calvizie, sia maschi che femmine.
Nel 2017 pubblicò i risultati delle proprie esperienze cliniche sull’International Journal of Dermatology, nel frattempo diversi altri colleghi avevano iniziato a seguire il suo esempio prescrivendo il minoxidil per via orale. Sinclair ha ormai trattato più di 10mila pazienti e il trattamento è diventato comune tra vari specialisti, ma continua a essere off label perché in mancanza di un test clinico fatto con tutti i criteri necessari non può essere approvato dalla FDA e dalle altre autorità di controllo. Il brevetto del minoxidil è ormai scaduto e viene venduto come farmaco generico a basso costo, di conseguenza le aziende farmaceutiche non hanno alcun incentivo per spendere milioni di euro per organizzare un test clinico. Secondo gli esperti è altamente improbabile che venga mai realizzato, come del resto avviene spesso con molti altri farmaci generici impiegati off label.
La mancanza di un’autorizzazione formale può spingere i pazienti a preferire metodi approvati, come il minoxidil per uso topico e la finasteride, farmaco inizialmente sviluppato per trattare l’ingrossamento della prostata e che ha però diversi altri effetti collaterali da non sottovalutare. Non tutti i dermatologi sono inoltre a conoscenza delle potenzialità dell’assunzione off label del minoxidil, anche se grazie al lavoro di Sinclair e di altri specialisti le cose stanno cambiando.
In molti paesi il minoxidil per uso topico può essere acquistato liberamente, mentre nella sua forma orale è necessaria una prescrizione da parte del medico (in Italia la spesa per l’acquisto è completamente a carico del paziente). Visto che deve essere somministrato a dosi molto inferiori rispetto a quelle delle compresse per la pressione alta, spesso i dermatologi prescrivono dosaggi da far preparare ai farmacisti, in modo da assicurarsi che sia assunta la corretta quantità giornaliera del principio attivo. La lozione topica non può essere assunta in alcun modo in forma orale, sarebbe molto pericoloso oltre che un’esperienza spiacevole, e come per tutti i farmaci è bene che il trattamento sia effettuato sotto sorveglianza del proprio medico e dello specialista.