La polizia brasiliana ha perquisito le case di alcuni imprenditori vicini al presidente Jair Bolsonaro, indagati per alcune conversazioni su un possibile colpo di stato
Martedì la polizia brasiliana ha perquisito le abitazioni di alcuni influenti imprenditori brasiliani molto vicini al presidente uscente Jair Bolsonaro: sono indagati dalla Corte Suprema per alcune conversazioni in cui avrebbero discusso della possibilità di un colpo di stato nel caso in cui Bolsonaro perdesse le elezioni presidenziali del prossimo ottobre, come diversi analisti ritengono che possa accadere.
Tra gli indagati ci sono il capo di una catena di grandi magazzini, quello di una catena di ristoranti e quello di un gruppo immobiliare: le perquisizioni sono state eseguite in cinque stati diversi.
Non si sa molto sulle conversazioni degli imprenditori in questione, che secondo alcuni giornali brasiliani avrebbero apertamente discusso di come impedire al popolare ex presidente di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva di insediarsi in caso di vittoria alle elezioni. Uno di loro, scrive il quotidiano brasiliano Metrópoles, avrebbe scritto in una chat WhatsApp con altri imprenditori: «preferisco mille volte un colpo di stato a una vittoria del Partito dei Lavoratori [quello di Lula] …e nessuno smetterebbe di fare affari col Brasile, come accade con tutte le dittature del mondo».
Alexandre de Moraes, il giudice della Corte Suprema che sta indagando, ha ordinato alla polizia anche di accedere ai conti bancari di questi imprenditori e di sospendere i loro account sui social network, hanno detto al Wall Street Journal alcune fonti a conoscenza dell’indagine in corso.
L’indagine condotta da Moraes riguarda più in generale l’incitazione alla violenza e la diffusione di informazioni false da parte dei sostenitori di Bolsonaro, in particolare riguardo alla validità e credibilità della commissione elettorale brasiliana: sono mesi che Bolsonaro la attacca, insinuando dubbi sull’affidabilità dei sistemi di voto elettronici e dicendo che potrebbe non riconoscere il risultato delle prossime elezioni in caso di sconfitta.
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