Due russi e un ucraino sono stati arrestati in Albania per sospetto spionaggio in una fabbrica di armi
Due cittadini russi – una donna e un uomo – e un cittadino ucraino sono stati arrestati durante quella che si sospetta essere un’incursione di spionaggio fallita in una fabbrica di armi a Gramsh, nella zona centrale dell’Albania, a circa 80 km da Tirana: lo ha riferito domenica il ministero della Difesa albanese in un comunicato, specificando che del caso si stanno occupando la polizia militare e civile, i servizi segreti e le forze antiterrorismo.
Due guardie sono rimaste ferite nell’operazione: quando è stato sorpreso a scattare foto nella fabbrica, per cercare di scappare, il cittadino russo ha attaccato i soldati con uno spray neuroparalizzante. La donna russa e l’uomo ucraino, invece, sono stati fermati all’esterno del complesso: tutti e tre sono stati arrestati.
Il primo ministro albanese Edi Rama ha fatto sapere che i tre cittadini stranieri sono «sospettati di spionaggio» ma per il momento non ha fornito molte informazioni su di loro: il cittadino russo, identificato con le iniziali MZ, ha 24 anni, la cittadina russa, identificata con le iniziali ST, ne ha 33, il cittadino ucraino, identificato come FA, ne ha 25. Su Twitter, Rama ha augurato la pronta guarigione ai soldati feriti e ha auspicato un rapido chiarimento della vicenda.
Fino alla caduta del comunismo in Albania, la fabbrica di Gramsh, aperta nel 1962, produceva fucili d’assalto AK-47 o Kalashnikov; ora non produce più, ma è utilizzata per smantellare armi in disuso o in cattive condizioni, e per la manutenzione e riparazione di quelle correntemente in uso da parte dell’esercito.