Sedici persone sono morte a causa degli allagamenti provocati dalle piogge torrenziali nella provincia di Qinghai, nel nord-ovest della Cina
Almeno 16 persone sono morte e altre 18 risultano disperse a causa degli allagamenti provocati dalle intense piogge che mercoledì notte hanno fatto straripare un fiume nella contea di Datong, nella provincia di Qinghai, nel nord-ovest della Cina. Le forti piogge hanno provocato una frana che ha deviato il corso del fiume, causando allagamenti in sei cittadine della zona e disagi per oltre 6mila persone. La tv di stato CCTV ha detto che gli operatori di soccorso hanno individuato e salvato 18 persone che inizialmente erano state segnalate come disperse.
Nel frattempo altre regioni della Cina stanno attraversando un prolungato periodo di siccità e quella che è stata descritta dai meteorologi come l’ondata di caldo più intensa degli ultimi sessant’anni.
Nelle ultime settimane in molte regioni le temperature hanno superato i 40 °C. La siccità sta creando problemi in particolare nell’area della metropoli di Chongqing, nella Cina centrale, dove si incontrano il fiume Jialing e il Fiume Azzurro (o Yangtze, il più lungo del continente), il cui livello delle acque è eccezionalmente basso. Sia attorno a Chongqing che in altre province della Cina centrale i corsi d’acqua più piccoli si sono prosciugati, ci sono stati danni ai raccolti e le scorte di acqua sono limitate.
Giovedì sera a causa della prolungata siccità il governo cinese ha dichiarato lo stato di allerta. I media cinesi scrivono che sia nella provincia di Hubei – a est di Chongqing – che in altre aree sono stati predisposti interventi di cloud seeding, una tecnica che permette di aumentare la quantità e controllare il tipo di precipitazioni attraverso l’utilizzo di particolari agenti chimici che interagiscono con le nuvole.