Cose dimenticate nei libri
Da dieci anni una bibliotecaria di Oakland archivia e pubblica tutto quello che trova tra le pagine dei libri presi in prestito
Da circa dieci anni Sharon McKellar raccoglie tutto quello che ritrova nei libri presi in prestito dalla biblioteca in cui lavora, a Oakland, California, lo fotografa e poi lo pubblica sul sito della biblioteca in una raccolta intitolata “Trovato in un libro della biblioteca”. Ci sono segnalibri, lettere d’amore, vecchie foto, biglietti d’auguri mai spediti, biglietti dell’autobus e cartoline.
«Ho sempre raccolto le piccole cose che ritrovavo nei libri della biblioteca» ha detto McKellar. Ha anche raccontato di essersi ispirata a FOUND Magazine, che dal giugno del 2021 raccoglie, cataloga e pubblica sul sito e su una rivista pubblicata senza regolarità appunti, foto, lettere, disegni o altre cose perse, abbandonate, dimenticate e poi ritrovate nei luoghi pubblici di tutto il mondo. Ci sono altri progetti molto simili: in Italia, ad esempio, c’è una pagina Instagram che si chiama “Cose nei libri”.
Sharon McKellar ha per ora raccolto più di 350 “oggetti”. Alcuni restano misteriosi, senza contesto né origine, e nessuno è mai venuto a reclamarli. Il mese scorso, invece, consultando il sito della biblioteca, una donna che dice di non aver mai preso in prestito un libro a Oakland ha riconosciuto la propria calligrafia in un biglietto e ha contattato la bibliotecaria per riaverlo.
Succede anche che alcune persone lascino volontariamente delle note dentro ai libri: biglietti di scuse per aver danneggiato una pagina o per aver restituito il libro in ritardo.
C’è anche un intero libro di Roald Dahl commentato con dei post-it in cui un giovane lettore o una giovane lettrice ha scritto le cose che le venivano in mente mentre lo leggeva. Molte delle cose dimenticate sembrano essere di bambini e di bambine. In un bigliettino, ad esempio, un bambino elogia «Borok Oboma» per i suoi discorsi. In un altro, Ana chiede a un destinatario misterioso conferma della loro amicizia invitandolo a spuntare la casella del “sì”, del “no” o del “forse”. Nessuna delle caselle è stata spuntata.
La biblioteca di Oakland sta anche pensando di organizzare un concorso di scrittura associato a uno di questi oggetti ritrovati.