Anche l’ultimo gruppo di soldati dell’esercito francese ha lasciato il Mali, terminando la collaborazione militare anti-jihadista tra i due stati
Lunedì l’ultimo gruppo di soldati francesi che si trovavano ancora in Mali ha lasciato il paese, segnando di fatto la fine dei 9 anni di accordi tra Francia e Mali per combattere il terrorismo jihadista nella zona. Gli accordi erano stati firmati nel 2014 e prevedevano l’addestramento e l’assistenza delle forze locali da parte dell’esercito francese. La Francia aveva iniziato il ritiro del suo esercito dal Mali già a febbraio, quando il presidente francese Emmanuel Macron aveva annunciato la fine della cooperazione. Anche il governo maliano non vedeva più positivamente gli accordi con la Francia e aveva chiesto di rivederli, definendoli squilibrati e non paritari.
I rapporti tra i due paesi erano cominciati a peggiorare dopo i due colpi di stato del 2020 e del 2021 (guidati dallo stesso colonnello, Assimi Goïta) per una serie di ragioni: l’eredità del passato coloniale francese in Mali, ma anche il progressivo avvicinamento del Mali alla Russia. Di fatto, le forze occidentali erano state in parte sostituite dai mercenari del gruppo Wagner, la cui presenza si è intensificata soprattutto a partire dallo scorso dicembre.
L’esercito francese continuerà comunque a operare nel Sahel, la regione che comprende oltre al Mali anche stati come Burkina Faso, Ciad e Niger, e la cui instabilità rischierebbe di allargarsi ad altri paesi africani se la Francia abbandonasse del tutto le sue attività antiterroristiche. A febbraio Macron aveva detto che il centro delle operazioni si sarebbe progressivamente spostato in Niger.
– Leggi anche: Il ritiro della Francia dal Mali