L’Academy si è scusata con Sacheen Littlefeather
È l'attivista apache che nel 1973 andò alla premiazione degli Oscar al posto di Marlon Brando, e che fu fischiata, insultata e schernita
L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione che assegna gli Oscar, i più importanti premi cinematografici statunitensi, ha chiesto scusa per la prima volta a Sacheen Littlefeather, attivista apache che nel 1973 andò alla premiazione al posto di Marlon Brando, che aveva vinto come miglior attore protagonista con Il padrino. L’Academy si è scusata per il trattamento che Sacheen Littlefeather ricevette dal pubblico e dalle persone presenti alla cerimonia quella sera, quando molti la offesero, fischiarono e schernirono.
Lunedì David Rubin, presidente dell’Academy, ha detto che il prossimo 17 settembre verrà organizzato un evento insieme a Sacheen Littlefeather in cui si discuterà della rappresentazione dei nativi americani al cinema, e ha condiviso una lettera di scuse inviata alla donna lo scorso 18 giugno. Nella lettera Rubin dice che gli insulti e le violenze verbali subite da Sacheen Littlefeather per via del suo discorso furono ingiustificati: «Per troppo tempo il coraggio che hai mostrato è stato ignorato. Per questo, porgiamo le nostre più profonde scuse e la nostra sincera ammirazione».
Sacheen Littlefeather ha risposto alla lettera di scuse dicendo in modo scherzoso che «noi indiani siamo persone molto pazienti, sono passati solo 50 anni!» e ha aggiunto che mantenere il senso dell’umorismo è «il nostro metodo per sopravvivere».
Quanto accadde alla cerimonia del 27 marzo del 1973 è probabilmente uno dei momenti più noti nella storia degli Oscar. Marlon Brando era dato come ampiamente favorito per la vittoria del premio di miglior attore. La gran parte dei critici aveva infatti considerato straordinaria la sua interpretazione di Vito Corleone nel Padrino di Francis Ford Coppola. Certo di vincere, dopo alcuni anni di declino e di contrasti con le grandi aziende cinematografiche statunitensi, Brando decise però di boicottare la premiazione degli Oscar. Mandò quindi a ritirare il premio Sacheen Littlefeather, una donna di 26 anni di discendenza apache, il cui vero nome era Marie Louise Cruz.
Al momento della proclamazione, da parte degli attori Liv Ullmann e Roger Moore, Sacheen Littlefeather salì sul palco e rifiutò di prendere la statuetta. Pronunciò poi un discorso di circa un minuto (che in realtà avrebbe dovuto essere molto più lungo), in cui spiegò che Brando rifiutava il premio per protesta contro il trattamento dei nativi americani nei film e in televisione e per quello che stava succedendo in quei giorni a Wounded Knee, South Dakota, dove era in corso un’occupazione pacifica di indiani Lakota.
L’occupazione, in un luogo dove in passato era avvenuta una delle più gravi stragi ai danni dei nativi americani, era iniziata da circa un mese e nel maggio del 1973 sarebbe terminata in seguito all’intervento delle forze di polizia statunitensi.
Nel suo discorso Sacheen Littlefeather venne interrotta da alcuni fischi e subito dopo venne frettolosamente fatta uscire dal palco. Di quello che successe fuori dal palco ci sono varie testimonianze, anche se nessuna di queste è certa. Si racconta per esempio che l’attore americano John Wayne, noto per le sue idee molto conservatrici, fosse furibondo e che dovette essere fermato prima che salisse lui stesso sul palco per far scendere Sacheen Littlefeather con la forza.
Nel proseguimento della serata ci furono inoltre diverse prese in giro nei confronti di Sacheen Littlefeather e del suo discorso. Al momento della premiazione della miglior attrice, la presentatrice Raquel Welch disse: «Spero che la vincitrice non abbia una causa da sostenere», tra le risate del pubblico. Più avanti Clint Eastwood, presentando il premio per il miglior film, disse che lo faceva «in nome di tutti i cowboy a cui era stato sparato nei film western di John Ford», e anche qui ci furono molti applausi e risate.
Sacheen Littlefeather, che in quegli anni lavorava come modella, aveva iniziato a occuparsi della causa dei nativi americani da pochi anni, dopo essere andata a vivere a San Francisco. Nel 1970 aveva partecipato all’occupazione del carcere di Alcatraz, una protesta organizzata da alcuni nativi americani e da loro sostenitori che per alcuni mesi provarono a costituire una comunità autonoma sull’isola di Alcatraz, nella baia di San Francisco. Fu in quell’occasione che scelse di cambiare nome (il nome Sacheen glielo diedero alcuni amici di origine navajo, nella cui lingua vuol dire “piccolo orso”, mentre Littlefeather in inglese vuol dire “piccola piuma”).
Non è chiaro come Brando l’abbia conosciuta: c’è chi dice che fosse vicina di casa di Francis Ford Coppola a San Francisco, e che fu tramite il regista che i due si conobbero.
Dopo la premiazione degli Oscar del 1973 continuò a lavorare come modella ed ebbe anche alcuni piccoli ruoli da attrice al cinema. Proseguì anche nel suo attivismo per i diritti dei nativi americani, producendo alcuni documentari sul tema.