La pandemia è arrivata anche alle Isole Marshall
Nello stato insulare dell'oceano Pacifico non c'erano mai stati focolai di coronavirus, fino a una settimana fa
Dopo essere riuscite per circa due anni a evitare la pandemia nella sua forma più grave, le Isole Marshall, uno stato composto da due arcipelaghi nell’oceano Pacifico centrale, si stanno ora impegnando per contenere la diffusione dei contagi, che sono già triplicati dopo l’individuazione del primo focolaio, avvenuta una settimana fa.
In una settimana il numero dei casi nel paese, che ha circa 60mila abitanti, è arrivato a più di 3000: per nove persone è stato necessario il ricovero in ospedale e due sono morte. Mille casi su tremila sono stati registrati nella capitale, Majuro. Domenica 14 agosto il ministro della Salute Jack Niedenthal ha detto che era risultato positivo circa il 75 per cento dei test effettuati nelle varie zone nel paese.
All’inizio della pandemia, molte isole del Pacifico avevano avuto successo nel tenere sotto controllo i contagi attraverso rigide restrizioni, o chiudendo i propri confini ai viaggiatori stranieri. Le Isole Marshall erano state l’ultima nazione al mondo in cui era arrivato il coronavirus. I primi due casi di Covid-19 erano stati identificati nell’ottobre 2020: due turisti statunitensi, che erano stati immediatamente isolati. Fino a questo mese, però, non erano stati registrati focolai: non c’erano stati cioè contagi da persona a persona sul territorio.
Lunedì 8 agosto, però, il primo focolaio è stato individuato: il governo ha risposto dichiarando lo stato di emergenza sanitario, chiudendo le scuole e introducendo alcune misure di salute pubblica. Il rapido aumento dei casi, ha spiegato Niedenthal, ha determinato il passaggio da una strategia della prevenzione a una strategia della mitigazione. Ha aggiunto che «i giorni della quarantena all’arrivo sono finiti». Non sono stati per ora imposti lockdown: nel paese i vaccinati sono circa il 70 per cento. Molte persone, però, hanno deciso comunque di rimanere a casa.
I casi in aumento hanno messo alla prova il sistema sanitario delle isole, e il ministero ha richiamato al lavoro infermieri e medici positivi ma con sintomi leggeri per poter mantenere l’operatività degli ospedali.