L’FBI sta indagando Trump per spionaggio e altri reati
Lo mostrano i dettagli relativi al mandato di perquisizione della sua villa in Florida, da cui sono stati prelevati documenti riservati
Venerdì sera sono stati pubblicati i documenti relativi al mandato che a inizio settimana ha autorizzato l’FBI, l’agenzia investigativa della polizia federale statunitense, a effettuare la perquisizione della villa in Florida dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Già nei giorni scorsi la principale ipotesi era che la perquisizione avesse a che fare con alcuni documenti riservati che Trump sembrava aver portato nella sua villa privata al termine del suo mandato. L’elenco del materiale prelevato dalla villa e i dettagli del mandato evidenziano che l’FBI sta investigando Trump in relazione a tre possibili crimini federali: il reato di presunto occultamento di documenti riservati, quello di ostruzione della giustizia attraverso la distruzione, la modifica o la falsificazione di documenti e quello di presunta violazione dell’Espionage Act, la legge federale che vieta e punisce eventuali reati di spionaggio.
I documenti mostrano che dall’enorme villa Mar-a-Lago di Palm Beach, di proprietà di Trump dal 1985, l’FBI ha prelevato più di venti scatoloni di documenti classificati come riservati e coperti da vincolo di segretezza, che avrebbero dovuto essere maneggiati e conservati solo in sedi governative.
L’FBI ha prelevato dalla villa di Palm Beach numerosi documenti classificati come “top secret” o come “sensitive compartmented information”, una tra le categorie che indicano informazioni altamente sensibili e riservate.
Tra le altre cose, gli agenti federali hanno raccolto anche documenti relativi all’ordine presidenziale per la grazia di Roger Stone, ex consigliere di Trump, e materiale relativo al «presidente della Francia», oltre ad alcuni album di fotografie, un biglietto scritto a mano e diversi scatoloni di vari documenti «segreti» e «riservati».
Quella dei documenti riservati portati a Mar-a-Lago è una questione di cui si parla dallo scorso febbraio, quando la National Archives and Records Administration (NARA), un’agenzia del governo degli Stati Uniti incaricata di conservare i più importanti documenti governativi e storici del paese, aveva chiesto al dipartimento di Giustizia di indagare su un possibile uso illecito di documenti riservati da parte di Trump.
Nonostante buona parte del materiale prelevato dall’FBI sia classificato come “top secret” o “altamente riservato”, in un comunicato condiviso venerdì, prima della diffusione del mandato, Trump aveva sostenuto che i documenti che erano stati sequestrati dall’FBI erano già stati «tutti desecretati». Aveva anche detto che li avrebbe consegnati spontaneamente al dipartimento di Giustizia, se gli fossero stati chiesti.
Al momento non è chiaro se prima di lasciare la Casa Bianca Trump avesse tolto il vincolo di segretezza da alcuni di questi documenti, come spesso aveva fatto in altri casi negli anni del suo mandato. Le indagini dovranno fare luce anche su questo punto per stabilire le sue eventuali responsabilità.
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