Le nuove maglie della Serie A e i loro problemi
Tra ritardi nelle produzioni e difficoltà economiche degli sponsor, ne mancano diverse e alcune non sono ancora in vendita
Quest’anno la presentazione delle nuove divise delle squadre di Serie A è stata più problematica del solito, per via di ritardi legati a logistica e produzione e più di recente per le difficoltà economiche avute da alcuni sponsor. L’Inter per esempio — che in Italia è l’unica sponsorizzata da Nike nonché una delle squadre che ne vende di più — ha presentato la maglia da trasferta soltanto giovedì, a due giorni dal debutto in campionato a Lecce, e deve ancora metterla in vendita: lo farà soltanto a inizio settembre.
Il Milan invece aveva presentato la sua nuova maglia casalinga a inizio luglio, e ad alcuni era saltata all’occhio la mancanza dello Scudetto stampato sul petto, dovuta però alla vittoria arrivata soltanto all’ultima giornata della scorsa stagione, quando la produzione delle nuove maglie era già iniziata e le campagne promozionali avviate.
Nel complesso gli sponsor tecnici delle squadre di Serie A sono tredici, cosa che lo rende il mercato più diversificato fra i maggiori cinque campionati di calcio europei. I grandi marchi come Nike e Adidas gestiscono soltanto una squadra a testa (Inter e Juventus), mentre Puma due (Milan e Sassuolo). Lo sponsor più comune è l’azienda bolognese Macron, che rifornisce Bologna, Sampdoria, Verona e Udinese. C’è poi il caso del Lecce, che da quattro anni si produce le maglie con un marchio proprio, M908, di manifattura cinese.
Le nuove maglie della Serie A
* Monza, Salernitana, Lecce
Fra i marchi che debuttano o ritornano in Serie A c’è Lotto, sponsor tecnico del Monza, e Mizuno, azienda giapponese che entra per la prima volta nel mercato italiano con la Lazio, diventata la sua squadra di riferimento nel calcio internazionale. A meno di nuovi accordi con altre squadre sarà invece l’ultimo anno in Serie A per il marchio americano New Balance, attuale sponsor della Roma che dalla prossima stagione passerà ad Adidas.
II Napoli invece, dopo le difficoltà avute nella produzione in proprio del materiale tecnico della scorsa stagione, continua ad affidarsi ad Emporio Armani per lo studio e la realizzazione dei design delle maglie, che però produce e distribuisce da sé affidandosi ad aziende del settore. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha spiegato che anche quest’anno la squadra userà «una decina di maglie diverse», come già accaduto nella passata stagione, tutte con design originali e diversi.
Ci sono infine alcuni problemi con gli sponsor di maglia, ovvero le aziende che pagano per apparire una o più stagioni sullo spazio principale e più in vista, all’altezza del petto dei giocatori. L’Inter ha oscurato progressivamente dal proprio sito e dalle maglie delle giovanili il nuovo sponsor, DigitalBits, piattaforma di blockchain di proprietà di Zytara Labs. Un anno fa la società aveva trovato un accordo pluriennale da 85 milioni di euro, ma nelle ultime settimane il valore della criptovaluta commercializzata da DigitalBits è crollato: in un mese ha perso l’80 per cento e questo sta creando problemi con il pagamento della prima tranche concordata con l’Inter per questa stagione.
Anche la Roma è sponsorizzata da DigitalBits, e non a caso si parla di un possibile subentro di Toyota come sponsor principale entro i prossimi mesi. La multinazionale automobilistica giapponese è peraltro in affari con la proprietà americana della Roma, il gruppo Friedkin, che possiede un’enorme rete di concessionarie Toyota negli Stati Uniti. Discorsi simili si stanno facendo per il Bologna, il cui nuovo sponsor Cazoo, rivenditore di auto online britannico, starebbe già pensando di ridimensionare la sua presenza nel mercato continentale, visti gli ultimi risultati sotto le aspettative.
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