Si stanno ancora contando i morti a Bucha
La città ucraina in cui l’esercito russo ha compiuto finora uno dei massacri più terribili della guerra: per ora sono oltre 400
Questa settimana, dopo mesi di indagini e ricerche, le autorità locali di Bucha, la città ucraina in cui durante l’occupazione l’esercito russo ha commesso un terrificante massacro di civili, hanno dichiarato di aver stabilito il primo bilancio accurato del numero di persone uccise: per ora sono 458, quasi tutti civili. Il massacro di Bucha è stato uno degli episodi più duri e impressionanti della guerra in corso: i russi hanno sempre cercato di negarlo, con falsità e teorie complottiste che lo descrivevano come una montatura ucraina.
Dei 458 corpi identificati dalle autorità locali, 419 avevano segni di colpi di arma da fuoco, torture o bastonate: 86 erano donne e 9 erano minorenni.
Il bilancio è stato comunicato durante una conferenza stampa della vicesindaca di Bucha Mykhailyna Skoryk-Shkarivska. La vicesindaca ha detto che riuscire a reperire e identificare i corpi è stato difficilissimo, dato che erano stati lasciati per strada, abbandonati nelle foreste limitrofe o infilati nei pozzi, e che le ricerche sono state ostacolate anche dalla mancanza di elettricità e internet.
Ci sono ancora 50 cadaveri non identificati e almeno una decina di persone che risultano scomparse. Altri cadaveri sono stati probabilmente bruciati, e restano cumuli di cenere su cui è impossibile svolgere test del DNA. Nel corso delle ricerche è stato trovato anche un sacco contenente diversi resti umani, probabilmente appartenenti a più persone: secondo Skoryk-Shkarivska è difficile che si riesca ad arrivare a un bilancio esatto delle vittime del massacro.
La vicesindaca di Bucha ha aggiunto che le procure ucraine stanno indagando su ogni singolo caso in modo da identificare i responsabili per poterli processare per crimini di guerra, come avvenuto in altre circostanze.
Tra gli oltre 400 morti ce ne sono 39 il cui decesso sembra essere avvenuto per cause naturali. Si sta però indagando anche su di loro: tra questi c’è quello di una donna di 34 anni morta per un attacco di cuore mentre si riparava dai bombardamenti in uno scantinato insieme ai suoi tre figli piccoli, rimasti intrappolati nello scantinato, accanto alla madre deceduta, per oltre tre giorni.
Ci sono anche molte persone anziane: come ha spiegato Andriy Halavin, prete di una chiesa di Bucha, molte delle persone che a guerra iniziata non erano fuggite dalla città erano anziani o malati, probabilmente troppo fragili per poter lasciare le proprie case.
Le autorità locali stanno procedendo a seppellire i corpi nel cimitero locale, mentre continuano le ricerche degli altri e, ove possibile, le analisi sui cadaveri non ancora identificati.
Nei mesi scorsi, sul massacro di Bucha, sono uscite anche varie inchieste come quella pubblicata lo scorso maggio dal New York Times, che con settimane di ricerche e verifiche incrociate di video, foto, documenti e racconti di testimoni oculari ha fornito prove difficili da smentire sui massacri compiuti dalle forze russe a Bucha.