Una gara di piccioni viaggiatori finita molto male
Migliaia si sono persi per un violento temporale poco dopo la partenza in Francia e la federazione degli allevatori belgi accusa gli organizzatori di negligenza
In Belgio c’è agitazione tra gli allevatori di piccioni da competizione dopo che migliaia dei loro uccelli sono spariti in una tempesta durante una gara finita male.
I piccioni erano stati liberati a Narbona, nel sud della Francia, e dovevano arrivare in Belgio. Gli animali, però, hanno quasi subito incontrato un violento temporale estivo, che li ha stancati e disorientati. Un numero ancora indefinito di uccelli – tra i 3000 e i 4000 – si è perso e non è riuscito a tornare a casa.
La Federazione belga degli allevatori di piccioni da competizione l’ha definita una catastrofe e ne ha attribuito la responsabilità agli organizzatori della gara, accusandoli di aver liberato gli animali nonostante fosse previsto cattivo tempo.
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Pascal Bodengien, il presidente della Federazione, ha parlato di «dramma emotivo ma anche finanziario». Quelli che vengono impiegati per le gare, infatti, non sono i piccioni che troveremmo appollaiati sui tetti e sulle statue delle nostre città: sono razze che vengono allevate appositamente e hanno un pedigree, come cani e gatti, quindi hanno un certo valore.
Le gare funzionano con un meccanismo e per una ragione molto semplici: i piccioni sono addestrati per tornare a casa quando vengono allontanati dal proprio nido.
Gli allevatori che partecipano a queste competizioni trasportano i propri animali a diversi chilometri di distanza dal luogo in cui sono allevati: quando vengono liberati – anche 15-20mila per gara – i piccioni iniziano il percorso per orientarsi e ritornare verso la propria casa. La distanza minima delle gare solitamente è 100 chilometri, ma ci sono competizioni in cui i piccioni percorrono anche più di 1.200 chilometri.
Siccome dotare ciascun piccione di un sistema GPS sarebbe molto complesso, oltre che pesante per l’animale, ognuno di loro ha un nastro legato attorno a una zampa. Il nastro permette solo di identificare il piccione, di modo che sia possibile conoscere il vincitore e calcolare la velocità media dividendo la distanza per il tempo impiegato; da qualche anno si stanno usando dei piccoli microchip che permettono di tracciare esattamente il momento in cui il piccione ritorna nella sua gabbia. Generalmente un piccione impiega dalle 12 alle 14 ore per percorrere mille chilometri, e sulle brevi distanze può raggiungere anche i 145 chilometri orari di velocità.
Pascal Bodengien ipotizza che alcuni dei piccioni partiti da Narbona, disorientati dalla tempesta, si siano diretti per errore in Germania: ha spiegato che alcuni potrebbero tornare nei prossimi giorni, ma che la maggior parte è comunque persa.
Un allevatore belga che ha partecipato alla gara con 87 piccioni ne ha visti tornare 37, un altro che gareggiava con 57 piccioni ne ha recuperati solo 15, e ha detto: «In 13 anni che allevo piccioni da competizione, è la prima volta che mi succede una cosa del genere. Tre anni di lavoro sono andati in fumo. Il mio obiettivo era Barcellona [una competizione molto prestigiosa] ma ora posso scordarmela».
Perdere i propri animali è un danno grave per gli allevatori. Per allevare e addestrare un piccione ci vogliono due o tre anni, e quelli dal pedigree più ricercato possono valere migliaia di euro.
Le gare di piccioni ebbero origine proprio in Belgio, che per questo è un centro importantissimo per questa attività. Nel paese sono 18mila le persone che allevano piccioni, e sono belgi gli organizzatori di molte competizioni internazionali, compresa questa in Francia.
Dopo una riunione che si è tenuta lunedì, la Federazione belga degli allevatori di piccioni ha chiesto le dimissioni dei principali funzionari del gruppo che ha organizzato la gara, un’associazione di Liegi. La Federazione accusa l’associazione di Liegi di aver violato le regole dello sport e che la questione verrà sollevata in un incontro con il ministero responsabile della protezione animale in Vallonia.
L’associazione di Liegi ha presentato scuse ufficiali alla tv belga, spiegando che «è vero che la competizione è andata male per varie ragioni», e ha ammesso che una violazione delle regole c’è stata, ma sostiene che la liberazione dei piccioni (cioè l’avvio della gara) è stata concordata con funzionari francesi, olandesi, tedeschi e belgi. Ha aggiunto poi che la decisione è stata presa perché nei giorni successivi, per via di un innalzamento delle temperature e dell’intensificarsi dei venti, sarebbe diventato impossibile svolgere la gara.
«Esprimiamo enorme tristezza per non aver raggiunto i risultati attesi, e per il mancato ritorno dei nostri uccelli. Il nostro più sincero augurio è che gli allevatori vedano presto tornare i loro piccioni».